Acido folico: perché è così importante in gravidanza?

Quando si parla di acido folico ci si riferisce ad una vitamina appartenente al gruppo B presente nelle foglie (da cui deriva il nome), nei cereali o in alcuni frutti. La sua funzione è quella di attivare e supportare le reazioni chimiche riguardanti la sintesi del DNA, il metabolismo e la divisione cellulare: in una parola, la crescita. Si tratta in oltre di una vitamina determinante per garantire alle donne incinta la salute del bimbo durante la gestazione per prevenire eventuali malformazioni, ma anche nei primi anni di vita: se assimilato con con gli alimenti, infatti, aumenta la produzione di globuli rossi e tutela da alcuni tipi di anemia.

L’assunzione dell’acido folico è dunque fondamentale per lo sviluppo del feto: oltre a dare del benessere alla futura mamma, infatti, questa vitamina ha un ruolo importante nell’evitare varie malformazioni del sistema nervoso centrale, delle ossa del cranio o cardiache. Non solo: incentivando la crescita delle cellule, la vitamina alleggerisce il superlavoro fisiologico della donna incinta, supportando la divisione cellulare e quindi l’evoluzione del feto. Nello specifico una carenza di acido folico sarebbe tra le principali responsabili di patologie come la spina bifida, un problema della colonna vertebrale in cui l’arco vertebrale non è chiuso e il midollo spinale alterato, o come l’anencefalia, deficit nella crescita del cervello.

Un’altra proprietà fondamentale dell’acido è la duplice azione sul sangue: da un lato incrementa l’emoglobina, la proteina adibita al trasporto dell’ossigeno verso gli organi e perciò molto utile alla mamma, dall’altro previene una patologia chiamata anemia megaloblastica caratterizzata da un ingrandimento dei globuli rossi, prevenendo al neonato le malformazioni conseguenti.

Per assumere la giusta quantità di acido folico che, come già accennato, non è prodotta autonomamente dal corpo, occorre seguire una dieta bilanciata. La dose giornaliera standard consigliata va dai 0,05 ai 0,2 mg a seconda della situazione: una donna in stato interessante per usufruire dell’efficacia della vitamina dovrà assumerne circa il doppio quindi almeno 0,4 mg al giorno, in alcuni casi anche 0,8. A questo scopo è bene inserire nella dieta molta frutta (banane e melone) e verdura (spinaci in particolare, ma anche asparagi, insalata, broccoli), vari legumi come i fagioli o ancora pane e cereali integrali. Si tratta però di una sostanza poco stabile che perde molte delle sue proprietà con la cottura o con un’esposizione elevata alla luce: questi motivi, uniti all’elevata quantità di vitamina che una futura mamma deve assumere, rendono spesso necessaria un’integrazione, che può avvenire o attraverso dei medicinali specifici, studiati appositamente e prescritti dal medico, oppure attraverso l’aggiunta manuale della vitamina agli alimenti sempre su supervisione di uno specialista. Le settimane di gestazione più delicate e che richiedono più attenzione sono quelle tra la quarta e l’ottava, perché la crescita degli organi del bambino avviene proprio in quei giorni. Inoltre l’incertezza di essere incinta o meno dopo il 1° mese rende consigliabile anche l’assunzione dell’acido folico anche nei mesi precedenti il concepimento, in modo da assicurare, nell’eventualità, il giusto apporto.

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