Viaggiare in aereo in gravidanza. Si può?

Ci sono domande che, fino a qualche anno fa, non erano così ricorrenti. Una di queste è se si può viaggiare incinta: il nostro mondo è sempre più globalizzato e lo stile di vita delle donne è ben più attivo che in passato, due cose che insieme rendono il viaggiare in aereo in gravidanza un’eventualità non certo remota.

La risposta universalmente valida non esiste, dipendendo da diversi fattori: il primo di questi è la settimana di gestazione della donna. Fino alla 36sima settimana di gravidanza le donne incinte sono ammesse sui voli, a condizione di presentare un certificato medico rilasciato non più di 10 giorni prima del volo in cui si attestano le informazioni principali sulla gravidanza (singola o gemellare, data presunta del parto, condizioni di salute e nulla osta per il volo).

Dopo il parto, generalmente, non è possibile viaggiare per 7 giorni e, in ogni caso, non sono ammessi in volo neonati con meno di 48 ore di vita.
Se, dunque, ci sono i requisiti per viaggiare, vediamo le indicazioni utili per affrontare un viaggio in aereo durante la gravidanza. In primo luogo, andrebbero evitati viaggi troppo lunghi (come quelli intercontinentali), preferendo mete più vicine che non richiedono troppe ore di volo, ad esempio in Europa.

I viaggi troppo lunghi, infatti, possono esporre la donna a un rischio tromboembolico: la gravidanza già di per sé può comportare elevate probabilità in questo senso, il permanere a lungo ferme può aumentarne sensibilmente le possibilità.

Qualora un lungo viaggio sia indispensabile, è bene ricordare alcuni comportamenti che possono comunque arginare la situazione: è particolarmente indicato muoversi con frequenza, urinare regolarmente e, prima di partire, far presente la situazione al proprio medico di modo che possa prescrivere un’idonea profilassi, ad esempio consigliando di indossare calze elastiche graduate.

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