La teoria dell’attaccamento del neonato

Secondo la teoria dell’attaccamento, la personalità ed i tratti caratteriali di un individuo trovano le loro radici nella prima infanzia.

Questo profilo deriva da specifiche modalità di interazione con la figura di riferimento principale, ossia la madre.

Sempre secondo la teoria, i modelli principali di attaccamento sarebbero 4: sicuro, ansioso, evitante e disorganizzato. Vediamoli assieme.

I 4 modelli dell’attaccamento

La teoria dell’attaccamento del neonato è stata sviluppata dallo psicologo John Bowlby negli anni ’60, con studi ed osservazioni focalizzati sull’interazione dei bambini con le loro mamme in contesti sociali, come parchi pubblici.

I ricercatori avevano notato come il rapporto madre-figlio presentasse dei modelli ben distinti, visibili dalle reazioni del bambino in occasione dell’allontanamento dalla mamma e dal suo successivo ricongiungimento.

Ulteriori ricerche hanno consentito di confermare i risultati di Bowlby, identificando 4 modelli specifici di interazione.

Il primo è l’attaccamento sicuro: il bambino piange quando la mamma si allontana ed esprime gioia quando questa ritorna, segno che i rapporti tra le due figure sono saldi e privi di contrasti.

Diverso è il caso dell’attaccamento insicuro-ansioso, caratterizzato da una fase poco serena al momento del ricongiungimento. Questa dinamica suggerisce che la figura genitoriale non è sempre stata in grado di trasmettere sicurezza al bambino.

In caso di attaccamento insicuro-evitante, il bambino non dimostra invece alcuna reazione, sia quando la mamma va via, sia quando ritorna.

Questo comportamento, che può essere considerato un rifiuto di investimento emotivo nella relazione, si verificherebbe perché il bambino si sente ignorato o respinto dal genitore.

Infine, il quarto modello, ossia l’attaccamento insicuro-disorganizzato, è caratterizzato da una combinazione di reazioni evitanti ed ansiose con un pattern irregolare ed apparentemente incoerente. Causa di questo atteggiamento è probabilmente un genitore percepito come violento e minaccioso.

Il contributo della terapia

Prendere consapevolezza di questi modelli è utile sia per capire come si sviluppa la personalità del neonato nel processo di crescita, sia per intervenire precocemente al fine di calibrare meglio il rapporto madre-bambino.

Il dottor Amir Levine, che opera in qualità di psichiatra alla Columbia University, ha ripreso la teoria di Bowlby integrandola con ulteriori osservazioni. Secondo Levine, il nostro bagaglio comportamentale è profondamente influenzato dagli eventi passati, specialmente da quelli occorsi durante i primi anni di vita. Qui il rapporto con le figure genitoriali, specie la madre, è cruciale.

Chi non ha avuto la fortuna di sviluppare un attaccamento sicuro può infatti presentare in futuro problemi di relazione o può sentirsi costantemente minacciato durante un rapporto affettivo. Questo non significa tuttavia che siamo in balia del nostro passato: la pratica terapeutica consente di intervenire sulle relazioni madre-figlio, proponendo alle mamme dei percorsi per acquisire consapevolezza del processo e migliorare qualitativamente le dinamiche di attaccamento con i propri bambini.

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