Noi, come adulti, siamo tutti provvisti di senso del tempo e capacità di astrazione, per questo anche se non vediamo direttamente un oggetto o una persona, sappiamo che questa continua ad esistere.

Le capacità appena elencate, però, mancano totalmente ad un bambino, specialmente nei primi sei mesi di vita: per il piccolo ciò che lui non vede scompare semplicemente nel nulla, perso per sempre.

Questo può (giustamente) generare forti ansie nel caso in cui a “scomparire” sia la madre che il neonato associa alle cure e alla sua stessa sopravvivenza: si parla allora di “ansia da separazione“, fenomeno che può diventare molto serio, protraendosi anche fino all’anno di età, e a volte anche oltre.

Come aiutare il bambino?

Il modo migliore per aiutare il bambino ad affrontare la separazione senza che questa diventi traumatica è quello di “andare per gradi“, lasciandolo solo prima per periodi di tempo limitati (pochi minuti) e poi un pò più lunghi (affidandolo, per esempio, alle cure dei nonni).
L’importante è che il piccolo capisca di essere qualcosa di distinto dalla madre, e che, anche se lei dovesse allontanarsi per un po’, tornerà.

Rassicuratelo con un ciuccio, una coperta o altro oggetto “di transizione” che sia in grado di confortarlo in vostra assenza e se questo non bastasse “ritualizzate” il momento della separazione con i saluti, così questa non sarà improvvisa o spaventosa.
Al momento di allontanarvi cercate inoltre di evitare angosce o sensi di colpa che potrebbero trasmettersi al bambino: siate serene e vedrete che lo sarà anche lui

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