Egoismo di una Mamma: il momento del distacco

Oggi avevi un altro profumo.
Non era il mio.
Non era il tuo.
Avevi un’espressione rilassata anche se non stavi tra le mie braccia e per la prima volta da quando sei nato avevi il gusto di tanti baci non miei, i baci della tua mamma.

Mi sei sembrato sereno anche se ti ho lasciato qualche ora in ludoteca. I pianti disperati e il “non lasciarmi mamma, ti prego” erano solo una mia illusione.

Arrivati alla festa del tuo amichetto l’hai rivista. A un suo dolce sorriso hai steso le manine per essere preso in braccio da lei. Perché eri con me ma volevi stare con lei. Ed eri felice.

Mi sono spostata per non competere, per non vivere quella situazione troppo da vicino e in quel momento ho capito. Ho capito che non esisto solo io nel tuo piccolo mondo, che arriva un preciso momento in cui ti puoi innamorare della maestra di asilo che ti abbraccia, ti coccola, ti riempie di attenzioni.

Che annusa la tua pelle quando io non ci sono.
E ascolta le tue chiacchiere.
Ti stringe per farti addormentare se sei stanco.
Si prende tutti i tuoi sorrisi.
In quel momento solo vostro io non posso fare  parte di te. Guardo da fuori come spettatrice e vedo un rapporto che si nutre con il tempo per diventare speciale.

***

Quando è arrivato il momento del distacco ho perso le poche ore di sonno quotidiano. È arrivato il fatidico “Ora lo mandiamo alla ludoteca” e dopo giorni a rimandare il grande evento sono riuscita ad affrontare questa nuova sfida da mamma.

“Vedrai che gli farà bene.
Deve staccarsi da te, è troppo attaccato.
Imparerà a giocare e socializzare con i bambini”.

Ho ascoltato i consigli delle persone più esperte ma anche il mio cuore di mamma. E così dopo 10 mesi in cui non ho lasciato Francesco nemmeno per un secondo ho pensato che la ludoteca potesse aiutarlo a non essere così dipendente da me, a non piangere se mi spostavo di un metro o se ricevevo una telefonata. Ho ascoltato il cuore e, cercando di mettere da parte il mio egoismo di mamma, ho fatto il grande passo. Sono entrata in ludoteca per chiedere informazioni e ho promesso a me stessa che dal giorno dopo l’avrei inserito per questo nuovo cammino da grande.

In quel preciso istante ho capito che sono io a dovermi abituare alla nuova vita, piena di ore senza di te. Devo imparare a lavorare senza averti sotto le gambe che reclami un abbraccio. O scrivere con la certezza che quando mi manchi posso fare una pausa per ricaricarmi dei tuoi sorrisi.

In questo mese di lontananza miglioro di giorno in giorno. Vederlo sereno se gioca con gli altri bambini o mentre si prende le coccole della sua educatrice del cuore mi ha aiutato a essere una mamma migliore. Oggi  cresco insieme a Francesco in un’avventura fatta di nuove scoperte per entrambi. E sento che impegnandoci insieme possiamo farcela anche stavolta.

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