Acquaticità neonatale: consigli per il giusto approccio

L’acquaticità dei neonati che, inevitabilmente, coinvolge anche mamma è papà, rappresenta una inesauribile fonte di benessere per tutti i membri della famiglia. Ma quando iniziare acquaticità? Cosa serve per il corso acquaticità neonatale? Rispondiamo a queste domande nell'articolo.

Il mondo dell’acqua è pieno di fascino ed attira grandi e piccoli da sempre: ma si tratta di un contesto da affrontare con attenzione, soprattutto per i bambini, che devono essere guidati passo dopo passo nella loro scoperta e nell’approccio all’acquaticità.

In genere a cominciare dai tre anni i piccoli iniziano a mostrare interesse e curiosità per l’acqua, con la quale hanno sempre inizialmente un rapporto di odio e amore. Ma è intorno ai 4-6 anni che i bambini iniziano a prendere coscienza dell’avventura nell’acqua, rimanendo sempre più coinvolti.

Ma quando è possibile portare il proprio cucciolo in piscina per la prima volta? Per gli esperti già a pochi giorni dalla nascita i neonati possono avere il primo approccio con l’acqua della piscina, anche se la maggior parte dei genitori preferisce aspettare almeno qualche mese.

In realtà si può cominciare in qualsiasi momento, a partire dalla cicatrizzazione dell’ombelico del neonato; ciò che conta è che ci si senta sufficientemente pronti ad affrontare insieme questa nuova avventura.

Mamma e papà in piscina il piccolo neonato

L’acquaticità dei neonati che, inevitabilmente, coinvolge anche mamma è papà, è denominata idrochinesiologia (ovvero movimento in acqua) e rappresenta una inesauribile fonte di benessere per tutti i membri della famiglia.

Il piccolo, grazie all’acqua, entrerà immediatamente in contatto con il dolce ricordo della propria vita intrauterina, ovvero quando era piacevolmente immerso nel liquido amniotico e ne sarà immediatamente tranquillizzato.

Acqua e neonati: i principali benefici

L’acqua, del resto, effettua sul corpo un leggero massaggio in grado di rilassare la muscolatura e di distendere i nervi (questo vantaggio, ovviamente, vale sia per il piccolo che per i genitori).

Anche il sistema cardio circolatorio e le vie respiratorie del neonato ne trarranno beneficio: il primo infatti risulterà più tonico, mentre le seconde riceveranno un importante contributo per rimanere pulite, in quanto le secrezioni verranno espulse con maggiore facilità.

Da non sottovalutare poi, tutti i giovamenti legati agli esercizi motori che è possibile effettuare in acqua. Va detto infine che si instaurerà un piacevole feeling tra il bebè e mamma e papà che lo culleranno dolcemente in acqua.

L’acquaticità e la nanna

Non bisogna dimenticare poi che l’attività natatoria, anche se praticata per appena una mezz’oretta al dì, contribuisce a favorire un riposo placido e sereno: con buone probabilità il vostro cucciolo, in questo modo, dormirà serenamente senza sgradevoli interruzioni.

Bambini e acquaticità: importanza dell’istruttore

Nel contesto che coinvolge bambini ed acquaticità, riveste un ruolo fondamentale la figura dell’istruttore. Che sia un genitore oppure un operatore esterno, l’importante è che sappia guidare il piccolo verso il giusto approccio, superando le paure iniziali dell’acqua e portandolo gradualmente ad avere la necessaria confidenza con i movimenti in acqua.

L’istruttore deve essere in grado di porsi al centro della scena nel momento dell’insegnamento, ma sapersi al contempo ritirare per lasciare il giusto spazio all’apprendimento: non deve mai forzare troppo il bambino, ma deve riuscire a comprendere il miglior percorso individuale, riconoscendo anche le competenze dell’infanzia.  

I bambini e l’acquaticità, un percorso di crescita  

Oltre ad avere un ruolo importante in una futura attività di nuoto, imparare a vivere bene l’acquaticità ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni per il bambino: lo aiuta infatti ad acquistare sicurezza e fiducia nelle proprie capacità, ad avere una buona coordinazione e a saper gestire il proprio corpo anche in situazioni più complicate.

Non da ultimo, vengono assicurati grandi vantaggi a livello fisico, con un tipo di movimento in acqua che apporta il giusto sviluppo alle varie articolazioni e alla muscolatura di tutto il corpo.

Bambini in piscina: cosa occorre

Prima di portare un neonato in piscina è sempre bene chiedere il parere del proprio pediatra e cercare un corso ad hoc il cui orario possa combaciare con gli impegni dei genitori.

Per effettuare il corso, al piccolo occorre solo un pannolino contenitivo da mare (o un costume contenitivo) e una cuffia, se richiesta.

Nella borsa da piscina vi saranno, infine: accappatoio, asciugamano e qualche pannolino di ricambio.

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