Rebirthing e aptonomia: come entrare in contatto con bebè già nel pancione

Un bambino dentro il grembo materno è già un essere vivente non soltanto biologicamente ma anche a livello emozionale e psicologico: è proprio nella fase di gestazione, infatti, che iniziano a formarsi il carattere e le caratteristiche emotive del nascituro, così come inizia a costruirsi il rapporto tra il piccolo e la mamma, per motivi biologici e fisiologici. Proprio per rafforzare questo rapporto e renderlo più profondo ancor prima della nascita, gli esperti hanno elaborato alcune tecniche di comunicazione tra madri e figli in grembo, che possono poi essere estese anche ai padri; si tratta di tecniche ancora poco conosciute in Italia, come l’aptonomia e il rebirthing, ma che possono essere messe in atto per vivere un’esperienza molto profonda.

Tecniche di comunicazione tra bebè e genitori: l’aptonomia

L’aptonomia, letteralmente scienza del tatto, è una tecnica nata in Olanda negli anni 70 che può essere praticata da entrambi i genitori. La donna deve sdraiarsi su un materassino e rilassarsi, per poi individuare con le mani il fondo dell’utero, che solitamente sorge all’altezza dell’ombelico. Da lì inizierà una palpazione delicata per capire la posizione assunta dal bimbo, dopodiché la madre dovrà iniziare a inspirare ed espirare molto lentamente immaginando un colore a suo piacimento. Il respiro profondo rilasserà lei stessa e anche il bambino, il quale godrà di questa sensazione di benessere muovendosi e dando qualche calcio, come a reclamare altre attenzioni. Una volta collaudato, questo sistema può essere adottato anche dal padre, che potrà palpare il grembo della compagna cercando di capire la posizione del bimbo.

Tecniche di comunicazione tra bebè e genitori: il rebirthing

Anche il rebirthing, tecnica nata negli Stati Uniti, è basata sul respiro ma a differenza dell’aptonomia prevede una respirazione uniforme e continuata, da effettuarsi con naso e bocca. E’ importante che la donna mentre respira visualizzi il proprio bambino e cerchi, col pensiero, di trasmettergli tutti i propri pensieri positivi e i suoi sentimenti di amore e attesa. Raggiungendo uno stato di quiete e di benessere, grazie alla respirazione, questo stesso stato emotivo investirà anche il nascituro che ne beneficerà e inizierà a sentirsi amato.

Anche in questo, dopo un primo periodo di collaudo, è possibile includere il padre per renderlo maggiormente consapevole del suo ruolo e di che cosa voglia dire la maternità, ancor prima dell’evento nascita. Dunque la madre può invitare il partner e cingerla da dietro, con le mani che avvolgono il grembo, in modo che sia lui a cullare idealmente il piccolo mentre lei procede con la respirazione.
Gli esperti suggeriscono di mettere in atto queste pratiche una volta a settimana per circa un quarto d’ora, a partire della quinta settimana di gestazione.

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