Quando e come insegnare i colori ai bambini

La consapevolezza e il riconoscimento dei diversi colori sono l’esito finale di un processo di acquisizione, lento e progressivo, che parte dalla nascita e si conclude non prima dei 6 anni.

Si tratta di una parte fondamentale dell’evoluzione cognitiva che ha strette connessioni anche con la crescita e lo sviluppo fisico.

I disegni dei bambini: la regola dei colori

Riconoscere i colori è, infatti, una questione di intelletto, ma anche di muscoli e nervi.

C’è da considerare, inoltre, che ogni bambino è un caso a se stante: c’è quello più interessato al mondo dei colori, che quindi desidererà conoscerlo presto e c’è chi, invece, è più interessato ad altre attività e potrà impiegare più tempo a prendere confidenza coi colori.

Perciò, genitori ansiosi, con figli che a 5 anni non riconoscono alla perfezione tutte le sfumature dell’indaco, state tranquilli: vostro figlio potrà diventare un famoso cromo-terapista, se lo vorrà; forse, però, avrà bisogno di una piccola spinta iniziale.

Qualora poi, dopo i 6 anni, si palesassero evidenti problemi di riconoscimento cromatico, prenotate subito una visita oculistica con la quale togliervi ogni dubbio (e che è raccomandato eseguire, in ogni caso, durante il primo anno di scuola primaria).

Il riconoscimento dei colori: un percorso complesso

Individuare e sapere richiamare col giusto nome i colori è un progresso molto importante nello sviluppo del bambino.

La percezione dei colori attraversa, a livello fisiologico, tre fasi principali che corrispondono ad altrettanti momenti di rielaborazione mentale.

Ce li spiega in modo molto chiaro, ancora una volta, Maria Montessori.

Dapprima, il bambino sviluppa il senso della vista: appena nato, riconosce solo ombre e contorni in scala di grigi; a partire dai 3 mesi di vita, distingue i colori più accesi (come il rosso e il giallo) e a 18 è già in grado di riconoscere i chiari e gli scuri.

Tuttavia, è solo a partire dai 3-4 anni che il suo sviluppo intellettivo lo porterà a comprendere come, a ogni colore, corrisponda un nome preciso. Questa fase è fondamentale e rappresenta una delle prime concretizzazioni del pensiero astratto.

Tra i 5 e i 6 anni, infine, quando ormai tutti gli organi risultano completamente sviluppati, il bambino dovrebbe essere in grado di riconoscere e nominare quasi tutti i colori.

Come agevolare l’apprendimento dei colori

Per sollecitare i bambini più pigri e spronare quelli più curiosi, mamma e papà possono sfruttare diversi escamotage.

È opportuno, però, essere consapevoli di alcuni concetti basilari.

Un bambino di 3 anni, ad esempio, non sarà in grado, fisiologicamente, di riconoscere altri colori, se non quelli primari. Inutile, perciò, proporre attività con colori che non siano il blu, il rosso o il giallo.

L’acquisizione delle tonalità secondarie e terziarie avviene solo verso i 4-5 anni (e, in alcuni bambini, anche più tardi).

È necessario, dunque, selezionare con attenzione i supporti che verranno utilizzati durante l’apprendimento.

Tramite il gioco, il disegno, il canto e la lettura sarà quindi possibile incentivare la curiosità del bambino, favorendone l’interazione fisica coi colori, suggerendo di immergere le mani o di giocare con gli abbinamenti “colore-cosa”.

Col tempo e la giusta dose di pazienza, il bambino imparerà, quindi, a collegare il colore a specifici oggetti e, in seguito, sarà in grado di dare il giusto nome a ciascun colore.

È lo stesso procedimento su cui si basa l’acquisizione e la consapevolezza degli stati d’animo. Inutile dire come i due ambiti si colleghino strettamente, influenzandosi a vicenda e creando collegamenti secondari “colore-emozione”.

La ruota montessoriana

Uno dei giochi più utilizzati e più apprezzati per insegnare ai bambini a riconoscere i colori è la cosiddetta ruota montessoriana.

Si tratta di una sagoma tonda di cartoncino, suddivisa in spicchi colorati, ai quali il bambino dovrà abbinare un’immagine o un oggetto del colore corrispondente. Il gioco comincia con pochi colori essenziali e prevede la graduale integrazione degli altri.

Una volta ben acquisiti tutti i colori degli spicchi, si passerà alla memorizzazione di ciascun nome… e, con tutta probabilità, il gioco sarà fatto.

Ovviamente è possibile realizzarla anche a casa. Ecco l’occorrente per creare una ruota dei colori montessoriana fai fa te

  • 10 mollette per il bucato di legno (in base all’età può essere realizzata anche con meno colori)
  • 1 cartoncino bianco
  • tempere
  • 1 matita e 1 pennarello nero

Come realizzarla:

  • Tracciare una circonferenza sul cartoncino (aiutatevi con una scodella)
  • Suddividerla in 10 spicchi di uguale dimensione
  • Ogni spicchio sarà colorato con un colore diverso
  • Dipingere anche le mollette con gli stessi 10 colori
  • Scrivere il nome del colore su ogni molletta (possiamo scriverli anche in più lingue)

Al bimbo non resterà che abbinare la molletta al colore giusto e poi dire il nome del colore.

L’adulto deve limitarsi a guardare il bimbo, senza interferire, ed eventualmente intervenire solo nel momento in cui il bimbo chieda una conferma. In questo caso è anche importante interagire con il bimbo: invece che dire “no, è sbagliato”, meglio dire “Sicuro che sia lo stesso colore? Sicuro che l’abbinamento sia giusto?”

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