Pavor nocturnus nei bambini: cos’è e come risolvere

Pavor nocturnus, conosciuto anche come terrore notturno, è un disturbo del sonno molto frequente in età pediatrica e si caratterizza per un risveglio parziale del sonno non REM accompagnato da uno stato di agitazione molto intensa.

Gli episodi di terrore notturno sono generalmente più frequenti nella fascia di età tra 3 e 8 anni e possono essere frequentemente accompagnati da episodi di sonnambulismo.

Generalmente il pavor nocturnus desta parecchia preoccupazione nei genitori che vengono risvegliati bruscamente dalle urla dei bambini che appaiono inconsolabili e tende poi ad autolimitarsi con il passare degli anni.

Che cos’è il pavor nocturnus?

Il terrore notturno, o terrore nel sonno, rientra, assieme ai più conosciuti sonnambulismo, bruxismo ed enuresi notturna, nella categoria dei disturbi del sonno non patologici ed è abbastanza frequente in età pediatrica (si stima che circa il 3% dei bambini ne sia affetto).

Pur apparendo un fenomeno abbastanza intenso e preoccupante per chi accudisce i piccoli è importante ricordare che è un avvenimento del tutto innocuo e la sua presenza non ha alcuna valenza né causa patologica: non c’è quindi un nesso presente o futuro con problemi di natura neurologica, psicologica, relazionale o affettiva.

Quando si presentano più frequentemente le crisi di pavor nocturnus?

Le crisi di terrore notturno colpiscono statisticamente più i maschietti delle femminucce in una fascia d’età compresa tra i 2 e i 12 anni (più frequentemente tra i 3 e gli 8 anni) e si verificano nel primo terzo della notte, in una fase di sonno profondo.

Alcuni studi scientifici dimostrano che possa esserci una predisposizione familiare e che la frequenza sia del tutto irregolare ed anche imprevedibile; gli episodi di pavor nocturnus possono infatti capitare più volte, ma anche una sola in tutta la vita.

Come riconoscere una crisi di pavor nocturnus?

Per un genitore che si appresta per la prima volta a fronteggiare un episodio di pavor nocturnus questo può sembrare veramente sconcertante: il piccolo si sveglia in preda ad uno stato di agitazione molto intenso, spesso accompagnato da spasmi muscolari, respirazione con frequenza accelerata, tachicardia, sudorazione intensa, pallore o rossore.

Il bambino sembra del tutto inconsolabile e i suoi movimenti sembrano scomposti e assolutamente non coordinati tra loro.

Nella fase acuta del pavor nocturnus non è assolutamente in grado di percepire le indicazioni e le domande del genitore e ogni tentativo di abbracciarlo, parlargli o toccarlo può anche aumentare lo stato di agitazione.

Da cosa dipendono le crisi di pavor nocturnus?

È fondamentale sottolineare che non c’è alcuna correlazione che disturbi neurologici o con esperienze di vita vissute realmente (che possono invece influenzare inconsapevolmente gli incubi che avvengono nella fase REM): le crisi di terrore notturno sono provocate da un’ attivazione dell’area limbica, responsabile della gestione delle emozioni.

a durata delle crisi è variabile e può andare da qualche minuto fino a mezz’ora per poi risolversi spontaneamente, senza lasciare alcuna conseguenza né immediata né futura.

Cosa è meglio fare o non fare durante un episodio di pavor nocturnus?

La regola numero uno da seguire quando si assiste ad un episodio di pavor nocturnus è molto semplice: non fare assolutamente nulla (per quanto la tentazione sia molto forte) e lasciare che l’episodio piano piano svanisca autonomamente.

L’unica attenzione da porre in essere è controllare che con i movimenti scomposti tipici di questi episodi il bambino non incorra nella possibilità di farsi male colpendo qualche oggetto presente nella stanza. I

In ogni caso cercare sempre di mantenersi e mostrarsi calmi e tranquilli rivolgendosi al piccolo con un tono molto pacato, evitando assolutamente di toccarlo o cercare a tutti i costi di svegliarlo.

In questo ultimo caso il bambino potrebbe poi serbare un ricordo traumatico di questo risveglio forzato.
Una volta che la crisi sarà piano piano scemata portarlo nel suo letto ed aspettare pazientemente che si addormenti: il piccolo il giorno seguente non ricorderà nulla, perciò sarà assolutamente inutile ed inopportuno fargli domande sull’accaduto.

Si possono prevenire le crisi di terrore notturno?

Le crisi di pavor nocturnus non hanno alcun legame con episodi di vita vissuta o con difficoltà neurologiche di varia natura ed è perciò praticamente impossibile prevederle e prevenirle: l’unica accortezza a cui si può pensare è quella di favorire il più possibile un riposo notturno adeguato all’età del piccolo.

E’ necessario rivolgersi al pediatra per gli episodi di pavor nocturnus?

Tendenzialmente no perché il bambino, come abbiamo visto poc’anzi, non ricorderà nulla di quanto accaduto e gli episodi si risolveranno spontaneamente verso l’adolescenza.

Il pediatra prescriverà alcuni esami di approfondimento (ad esempio un EEC elettroencefalogramma o una polisonnografia) solo nel caso ci sia il dubbio che gli episodi di pavor nocturnus possano essere causati da altre patologie che meritano sicuramente un approfondimento clinico.