Niente sale nelle pappe per i primi anni di vita del bambino

Il sale è assolutamente un componente necessario per dare gusto ad una pietanza. Spesso, però, capita di usarne in quantità elevante rispetto al nostro fabbisogno. Questa brutta abitudine c’è chi la mette in pratica anche durante la preparazione delle pappe per i bambini. Anche in questo caso, infatti, si condisce l’alimento in base al proprio gusto, senza riflettere sul fatto che i neonati hanno un altro senso del gusto. Proprio per questo, il neonato dovrebbe mangiare solo alimenti che non contengono sale, almeno fino al secondo anno di vita.

Il sale aumenta il rischio di sviluppare alcune patologie

Togliere il sale dal regime alimentare di un neonato significherebbe evitare sovraccaricare i reni che non sono ancora ben formati e incapaci di eliminare il sale in eccesso. Eliminando il sale dalle pappe, il bimbo potrà crescere senza la dipendenza dai cibi salati. Ma non solo. In questo modo imparerà anche a riconoscere i sapori, oltre che ad allontanare il rischio di alcune patologie.

C’è da dire che comunque il sale ha una sua importanza per la salute di grandi e piccini, poiché svolge diverse funzioni. In primis favorisce l’equilibrio acido-base, la regolazione dell’eccitabilità muscolare e influisce positivamente sulla regolazione del bilancio idrico. Inoltre il sale aiuta a mantenere la pressione osmotica dei liquidi corporei. E’ importante quindi assumerlo ma con moderazione.

Uno studio evidenzia gli svantaggi dell’uso eccessivo di sale

Anche secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical, è consigliabile non dare cibi salati nei primi anni di vita. Durante lo studio, condotto a Philadelphia, è stata somministrata dell’acqua con delle concentrazioni di sale ad un gruppo di 60 neonati. E’ emerso che i neonati non preferivano affatto le soluzioni salate. Lo stesso esperimento, fatto più avanti, ha messo in luce che i bambini che avevano assunto sale durante lo svezzamento preferivano cereali, cracker e prodotti confezionati. I bambini che rifiutavano l’acqua salata, invece, erano quelli avevano mangiato nei primi mesi di vita più frutta rispetto agli altri.

Da considerare anche il fatto che le prime esperienze alimentari influenzano il gusto per la vita: i neonati svezzati con l’aggiunta di sale nelle pappe mostrano una preferenza per i sapori salati il 55% di più rispetto ai loro coetanei. 

Il sale è già presente negli alimenti

Tutti gli alimenti garantiscono un apporto di sale e iodio all’organismo. Proprio per questo, aggiungere il sale spesso è inutile. Secondo le indicazioni dell’OMS, i bambini non dovrebbero assumere sale nel periodo dello svezzamento e fino ai 24 mesi. 

Il sale infatti è in grado di provocare una vera e propria dipendenza e aumenta il rischio di patologie renali e dell’apparato cardiocircolatorio.