La scienza spiega i dolori del parto

In alcuni casi si partorisce in brevissimo tempo e il dolore è sopportabile, in altri dare alla luce il proprio bambino richiede tempo ed è un’esperienza al limite della sopportazione. Alcuni scienziati hanno provato a dare delle spiegazioni a questo tipo di dolore ma i pareri sono molto discordanti.

I dolori del parto dipendono dall’evoluzione

Secondo alcuni scienziati, il parto non è stato sempre così doloroso ma ha iniziato ad esserlo quando l’uomo si appropriò della posizione eretta. Questa nuova condizione ha portato gli ominidi non solo al restringimento della struttura pelvica ma anche a delle modifiche al canale del parto. Un tempo, infatti, il canale deputato al passaggio del feto aveva un andamento dritto per cui partorire era meno difficoltoso. Negli ominidi invece questo canale iniziò a distorcersi rendendo meno agevole il percorso del bambino. La situazione poi si fece ancor più complicata con il subentrare di altre modificazioni corporee nel corso dei millenni: l’uomo diventò più alto, le sue braccia più lunghe e la sua testa più grande. Per i sostenitori delle teorie darwiniane, quindi, i dolori del parto sono da attribuirsi principalmente a due fattori: un canale del parto più tortuoso e una scatola cranica di dimensioni maggiori.

I dolori del parto sono una risposta alla mancanza di forze

In tempi più recenti, le ipotesi evoluzionistiche hanno lasciato il passo a teorie più moderne come quella proposta della dottoressa Holly Dunworths, della University of Rhode Island (USA). Secondo l’antropologa, il problema del dolore legato al parto (definito “dilemma ostetrico“) è la risposta fisiologica a un naturale esaurimento di energie, frutto di nove lunghi mesi di gestazione in cui l’organismo della donna si è trovato a dover sostenere anche quello del nascituro. Per la Dunsworth, dunque, questo calo di forza provocherebbe anche un abbassamento della soglia del dolore e una sofferenza così intensa da diventare talvolta insopportabile.

In altre parole questo dilemma resta ancora oggi una questione aperta e tutte le spiegazioni possono ritenersi comunque valide. L’unico dato certo è il dolore che solo noi donne potremo essere in grado di descrivere veramente.

71 commenti

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  1. Io sto’ ancora ringraziando il cielo perché è avvenuto tutto velocemente e senza problemi :
    Ho 42 anni, Prima figlia ,terrorizzata dal parto per tutto quel che leggevo.. invece ho rotto le acque alle 20.00 ,dolori iniziati alle 22, (sopportabilissimi) , alle 00.14 è nata Maria Vittoria.
    Ho seguito le indicazioni dell’ostetrica per filo e per segno e non mi hanno dato neanche un punto..

  2. Tre induzioni alla terza il dolore è partito 0/100 in un secondo….i dolori sono sempre stati uguali dall’inizio alla fine lancinanti da dormire tra una contrazione e l’altra quando erano abbastanza distanti…un dolore alla schiena che sembrava dovesse spezzarsi.Non ho voluto il parto in analgesia per paura di trovarmi un anestesista poco delicato e bravo….dopo 16 ore di dolori lancinanti e 3 ore di spinta è nato il mio piccolino….i dolori dei punti ecc ecc….ma da qui a dire che lo rifarei ne passa….ogni parto è a se ho visto ragazze uscire dalla sala parto dicendo che ne avrebbero voluto subito un altro che il parto era stato bellissimo….per quanto mi riguarda dopo un anno i dolori li ricordo come se avessi partorito ieri….su quelle che rispondo “dai addirittura insopportabili” vi invidio perché a voi è andata bene….cmq ogni fisico ogni donna è a se….ma il dolore del parto è qualcosa che va oltre ogni cosa….per quanto mi riguarda….

    • Come fai a non sentire niente all espulsione??? Avevi epiturale, ho era piccino il tuo bimbo, perche per me è stato il dolore piu atroce del parto, senza epiturale 4,060 kg di bimba

  3. Io ho fatto 4 giorni e mezzo di travaglio, per velocizzare dopo 2 giorni ho fatto lo scollamento, dopo altri due giorni ossitocina, rottura delle membrane e cesareo d’urgenza. Oltre all’epidurale del cesareo non ho preso analgesici. Il dolore a distanza di 9 mesi ancora me lo sogno