La sala parto diventa un party: il crowdbirthing

State per avere un bambino? Perché non invitare amici e parenti ad assistere al grande evento, trasformando la sala parto in un grande party?

Pensiate sia uno scherzo? E invece è tutto vero, si tratta del crowdbirthing: un nuovo dirompente fenomeno, partito dalla cultura anglosassone e presto diffusosi in numerosi Paesi, che promette di rivoluzionare il concetto stesso di parto e nascita.

In cosa consiste il crowdbirthing?

Le future mamme, finiti i tempi in cui la sala parto era un luogo off-limits per tutti tranne che, in alcuni casi, per i papà, possono – anzi, secondo il codice di comportamento di questo trend, devono – invitare fino ad 8 persone ad assistere in diretta al lieto evento.

La lista dei bizzarri invitati può includere sia familiari che amici, che vanno ad aggiungersi, come spettatori non paganti, all’equipe medica.

Un fenomeno quantomeno stravagante, che piace molto alle giovanissime, abituate al tema della condivisione e trascinate dalla cultura social: per le ragazze comprese tra i 20 ed i 30 anni, condividere i momenti più speciali della propria vita con gli amici ed i parenti più cari è ormai abitudine, quindi perché non condividere anche un evento così unico come la nascita di una nuova vita?

Di fronte ad un’audience di spettatori, però, l’evento del parto è vissuto diversamente: da una prima ricerca condotta tra le mamme che hanno scelto questa modalità, è frequente il rifiuto di epidurale o calmanti del dolore.

Il motivo? La sensazione di sentirsi giudicate e di venire considerate deboli e poco propense al rispetto del volere della natura ed al sacrificio per il bene del proprio piccolo.

Ma c’è di più: chi opta per il crowdbirthing è anche meno propensa ad accettare l’opzione di un cesareo, considerando questa evenienza come un fallimento totale.

Alla luce di queste considerazioni, il crowdbirthing suona come una follia o un’opportunità? A voi la scelta.

Un commento

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  1. Follia. Sarebbe come fare un’orgia la prima notte di nozze. E’ un momento sacro, privato, intimo. Merita rispetto, silenzio e pace.