I Terrible Two, spiegati in 5 Fasi Terribili (appunto!)

Da quando cominciano a gattonare, senti parlare dei Terribili Due. Il periodo che, secondo alcuni esperti, ma soprattutto tutte le mamme, farà impazzire te ed il papà.

Il momento in cui la situazione si fa più critica e tu cerchi vie di fuga ovunque. Peccato non avere la porta di servizio, per scappare senza che nessuno se ne accorga.

Prima che comincino i Terrible Two, tu e tuo marito avrete letto tutto lo scibile sull’argomento.

Sareste in grado di dare il vostro contributo, da teorici, su una rivista scientifica. Vi astenete e aspettate che quello tsunami di vostro figlio compia 2 anni.

Certo, saranno pure terribili i due anni. Ma perché, lo svezzamento è una passeggiata di salute? Le notti insonni a controllare se respira, portano conforto? I primi passetti, con le allucinazioni da mamma, che ti fanno vedere continui burroni in casa, calmano i battuti cardiaci? Ogni tappa ha la sua bellezza ma pure la sua difficoltà. Perciò, ti rassereni e aspetti.

Ma non è così semplice. I terribili Due possono arrivare un pochino prima o un pochino dopo. E, soprattutto, non si sa quando finiscono. Si chiamano Due per depistarci, tutto qua.

Ognuna potrebbe raccontare la sua. Ecco 5 fasi comuni.

I Terribili due (detti pure e mò so cxxxi):

  1. La fase del NO. L’adolescenza è lontana, i problemi di cuore non ci sono ancora. Eppure, non hai neanche finito di fare una domanda, di formulare un pensiero, e i NO sono già un paio. Sono NO decisi, convinti, sonori. Alle volte credi che ce l’abbiano con te, ma preferisci non domandarlo, tanto sai la risposta. NO!
  2. La fase dei CAPRICCI. Fino a ieri, tutti negavano l’esistenza dei capricci: non esistono, sono solo bisogni espressi con pianti e gridolini. Fame, sete, sonno. Eppure a te, a naso, sembrerebbero proprio capricci. Urlano, si buttano a terra, possibilmente in pubblico, per farti capire che non sono affatto d’accordo nel non essere accontentati. Decidi, o obbedisci oppure scateneranno l’inferno che Russell Crowe, in confronto, pettinava i capelli ai gladiatori.
  3. La fase del MUTISMO. Cosa hai fatto a scuola? Cosa hai mangiato? Ti sei divertito dai nonni? Non scuciono una parola di bocca. Sono già in conflitto con gli archetipi dei genitori. Forse ci vedono cariatidi che non li possono capire. Più probabilmente, però, non ci stanno semplicemente ascoltando. I figli, già da piccoli, non ci caxxno.
  4. La fase della NOIA. Gli hai letto tutta la biblioteca che hai a disposizione, compreso l’on line e quella provinciale. Hai tirato fuori i giochi da ogni armadio, cantina, garage. Più che una stanza da duenne, pare Toys. Hai inventato canzoni, ballato per lui, finto di avere fame per farlo giocare alla cucina (ma hai dovuto cucinare comunque tu). Hai suonato tutti gli strumenti che avete in casa, compreso la batteria acciaio inox. Niente, lui si sta annoiando.
  5. La fase del NON BUTTARE VIA. Hai giochi, fogli, pennarelli scarichi, pezzi di non sai neanche tu cosa, fino al soffitto. A breve, ti chiameranno per la nuova serie di Sepolti in Casa. Nottetempo, allora, fai una cernita di cose che non sa neanche lui di avere. Cose mai usate in fondo, o inusabili per età o perché rotte. Il tempo che passi il camion della spazzatura e sentirai un piccolo sguardo fulmineo dietro la tua schiena. Una specie di coltello affilato. È lui, con sguardo bieco, ti domanda: “Mammina, non hai mica visto…”