I capricci secondo la scienza: ecco cosa succede nel cervello dei bambini

I capricci del tuo bambino iniziano a essere frequenti e vuoi troncarli immediatamente? Seguendo le indicazioni emerse da uno studio, puoi riuscirci. Il segreto è conoscere il funzionamento dei neuroni specchio e adottare quelle strategie elementari utili per aiutare i figli a calmarsi.
In questo post scopriremo come mettere in atto i consigli degli scienziati.

Capricci nei bambini: la scienza spiega l’origine

La maggior parte dei genitori assiste inerme al fulmineo sopraggiungere di capricci immotivati dei propri figli. Si tratta di piccole grandi scene, spesso quotidiane, che hanno come protagonisti i capricci.

I genitori ignorano le ragioni del comportamento inspiegabile e brusco del proprio figlio, non sapendo come gestire la situazione creata e non avendo gli strumenti adeguati per calmare il bambino.

Per comprendere pienamente le motivazioni che spingono il bambino a mostrare il capriccio, molto utile è la spiegazione del neuroscienziato Douglas Fields, ricercatore presso la University of California, specializzato negli studi sul comportamento infantile.

Quando il bambino mette in atto un capriccio, è coinvolto il cervello. In particolare sono interessati due parti: l’amgdala e l’ipotalamo.
L’amigdala è il centro del controllo delle emozioni: nel caso dei capricci la rabbia e la paura. L’ipotalamo interviene per gestire le funzionalità subconsce: la temperatura corporea e il battito cardiaco aumentano.

Per tradurre il tutto in termini di capricci, possiamo equiparare l’amigdala al rilevatore dell’allarme segnalatore di un incendio, mentre paragoniamo l’ipotalamo a qualcuno che può intervenire decidendo se utilizzare un estintore oppure versare del gasolio.

Nel momento in cui un bambino inaspettatamente inizia a lagnarsi perché vuole dormire nel lettone con i genitori, non volendo rimanere da solo nella sua cameretta di notte, può darsi che la sua amigdala abbia segnalato un pericolo e l’ipotalamo ha risposto dando vita a comportamenti eccessivi.

Mentre si manifesta l’attacco capriccioso il bambino accusa un’improvvisa accelerazione del battito cardiaco, sudore e muscoli tesi. Potrebbe sentire il bisogno di urlare, buttarsi per terra senza controllo e colpire chiunque ha davanti.

Si tratta di momenti in cui i genitori non hanno nessuna possibilità di parlare con il bambino, impossibilitato a ragionare e determinato a non ascoltare. Il capriccio è animato da un forte stress che limita anche qualsiasi capacità di autocontrollo nel piccolo.

Come affrontare i capricci del bambino: la scienza risponde

Il comportamento dei genitori suggerito dalla scienza come risposta ai capricci del proprio figlio è presto chiarito. Mamma e papà sono adulti e come tali sono invitati a gestire la propria emotività prima di interagire con al rabbia del bambino.
Il primo consiglio è quindi di mostrarsi calmi, calmando di conseguenza anche il bambino.

Il bambino imita il modo di comportarsi dei propri genitori coinvolgendo i “neuroni specchio”. Si tratta di cellule cerebrali in grado di attivarsi “in risposta ai comportamenti propri e di altre persone”.

E’ quindi consigliabile far leva sui comportamenti specchio: ovvero cercare di trasmettere la propria calma su chi osserva. Anche mettersi all’altezza del bambino, evitando però il contatto, ma guardandolo negli occhi potrebbe infondergli sicurezza e quindi aiutarlo a calmarsi.