Genitori: quali sono le conseguenze della privazione del sonno

Godere di un’intera notte di sonno è spesso impossibile, o perlomeno molto difficile, per chi è diventato genitore da poco.

Accudire un bimbo piccolo spesso obbliga a passare tante ore notturne senza poter dormire, ma prestando attenzione e cure a proprio figlio, che magari ad addormentarsi non ci pensa proprio.

La fase di solito più complicata da questo punto di vista sono i primi tre o quattro mesi di vita del proprio bambino.

In questo particolare momento mamma e papà devono cercare di ricorrere ad ogni espediente e devono tenere bene a mente ogni consiglio utile che permetta loro di migliorare ed aumentare il proprio sonno.

Cerchiamo di individuare gli strumenti più utili per far fronte alla privazione di sonno.

La mancanza di sonno: i primi mesi e gli effetti collaterali

Le prime settimane di vita del proprio piccolo sono solitamente le più complicate per quanto concerne il naturale ritmo del sonno.

Spesso i bimbi non rispettano il più classico ciclo giorno-notte, e costringono mamma e papà a suon di capricci ad interminabili maratone senza sonno anche agli orari più assurdi.

Si tratta solitamente di una fase passeggera, che può però durare anche qualche mese e potrebbe persino prolungarsi oltre i consueti tre o quattro mesi iniziali.

Questa privazione forzata del normale tempo dedicato al riposo può determinare, già dopo pochi giorni, una serie di effetti di considerevole entità.

La generale sensazione di stanchezza fisica e mentale sarà elemento costante e caratteristico per ogni neo mamma e neo papà.

A questa si aggiungerà in buona parte dei casi una diffusa difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni normalmente banali ed immediate. Se prolungata la mancanza di sonno indurrà anche una sensazione di cattivo umore e di malessere fisico generalizzato, oltre a determinare problemi di comunicazione, squilibri dell’alimentazione e una condizione di disorientamento.

Gli interventi consigliati per sopperire alla mancanza di sonno

Può apparire un controsenso ma fare attività fisica può rappresentare un buon modo per rispondere alla mancanza di sonno e alle conseguenze da essa provocate.

Anche una semplice passeggiata riattiva la circolazione del sangue e contribuisce a trasmettere energia al corpo.

Se poi l’attività sportiva è svolgibile all’aria aperta meglio ancora, dato che ad ottenere benefici sarà in questo caso anche l’umore. Buona idea rimane comunque quella di ridurre le attività e i compiti quotidiani al minimo.

Coloro che ne hanno facoltà possono garantirsi turni soltanto per mezza giornata al lavoro, e concentrare l’attenzione solamente su quelle faccende casalinghe veramente fondamentali e che non è proprio possibile rimandare.

Nelle settimane in cui da neo genitori si dorme poco e male occorre avere pazienza e accettare se restano indumenti sporchi da lavare per qualche giorno, se la casa non è sempre perfettamente pulita e se non tutte le sere si cena con un succulento menù cucinato in casa.

Mamme e papà non si devono poi vergognare a chiedere aiuto ad amici e parenti.

Questi ultimi magari possono proprio cercare di dare una mano nelle commissioni quotidiane che altrimenti si rischia di dimenticare o non riuscire a portare a termine.

Collaborazione e aiuto reciproco devono essere le parole chiave anche tra partner. Occorre infatti cercare di fare turni e di riposare uno alla volta quando possibile.

Tanti piccoli spuntini, meglio se a base di alimenti energetici, sono inoltre consigliati per assorbire rapidamente e in modo continuo l’energia sufficiente a condurre in porto un’intera giornata. S

tesso discorso vale, soprattutto nelle stagioni calde, per l’acqua.

Bere in modo costante aiuta a prevenire un effetto di disidratazione più facile da riscontrare se stanchi e spossati. Decisamente utile in tal senso, per coloro che lo bevono volentieri, è ovviamente il caffè, ma bisogna prestare attenzione a non abusarne, o si corre il rischio di ottenere l’effetto opposto e restare svegli durante la prima notte libera.

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