Fecondazione eterologa, emergenza donatrici!

Nei mesi scorsi, fra i vari dibattiti che infuocano il mondo della maternità, ampio spazio lo ha avuto il tema della fecondazione surrogata, sia per la nascita del primo figlio del leader politico di SEL Nichi Vendola, avuto proprio con il ricorso a questa tipologia di fecondazione, sia per le decise prese di posizione da parte del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Fecondazione eterologa: non ci sono donatrici

Oggi torniamo a parlare di fecondazione, dando voce ai problemi di quella eterologa e prendendo in esame l’appello lanciato da Andrea Borini, presidente di Sife (Società Italiana di Fertilità e Sterilità), nei giorni scorsi.
Il numero delle donne che hanno donato ovociti per permettere ad altre coppie di diventare genitori è stato bassissimo, nonostante la sentenza che lo consentisse sia stata pronunciata un paio di anni fa.

Secondo le stime, sarebbero state solo una decina, a fronte di una richiesta decisamente maggiore, valutata in almeno 500-600 ovociti ogni anno. Il problema sarebbe la mancanza di una vera e propria informazione destinata alle potenziali donatrici: nonostante il Ministero avesse promesso campagne di sensibilizzazione a riguardo, nulla è stato fatto in questi anni.

E il risultato è che in Italia pochissime donne hanno donato ovociti, cosa ben diversa in altri Paesi dove le donazioni sono maggiori, anche a fronte di un sostegno economico a chi si sottopone a cure di trattamento ormonale (in Spagna si ricevono compensi fino a 1000 €).

Fecondazione eterologa: le strutture non garantiscono il percorso

Ciò si traduce, in pratica, in un vero e proprio labirinto per chi volesse sottoporsi alla fecondazione eterologa: le strutture non sono in grado di garantire il percorso, ma nemmeno a fornire indicazioni utili e mirate, rendendo anche solo la ricerca di informazioni in una estenuante e snervante attesa sia ai centralini telefonici che dal vivo, con code interminabili agli sportelli, spesso senza frutto.

In definitiva, una volta tanto che la legge italiana prevede la possibilità di intraprendere un percorso, all’atto pratico è impossibile andare fino in fondo…

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