Fecondazione assistita e legge 40: cosa è cambiato?

Donne imprigionate nel groviglio dei tempi moderni: potrebbero definirsi così le migliaia di donne che, pur desiderando un figlio, se lo vedono negato.

Dalla situazione lavorativa, che ha innalzato il concetto di flessibilità a bandiera di valori, senza ammettere che al suo interno si nasconde ancora il fantasma della precarietà.

Fecondazione assistita e legge 40: cosa è cambiato?

Dalla regolamentazione in fatto di genitorialità, che continua a non riconoscere benefici sufficienti a sostenere le famiglie.

Dalla legge, in ultima battuta, che fino a poco tempo fa, regolamentava in maniera miope l’accesso alla fecondazione assistita per le coppie in cerca di un figlio senza successo.

Può una cifra come il 40 – il numero che identifica la legge del 2004 in materia di Procreazione Medica Assistita – decidere, come uno spartiacque, la felicità o la disperazione di una coppia?

Fecondazione eterologa: ora ricorrere al terzo donatore non è più vietato

Tra i tanti elementi contenuti nella legge, il più discusso è stato senza dubbio quello del divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa, ossia all’acquisizione di un seme da parte di un donatore terzo.

Cosa significa? Che se nella trafila di esami da fare per accedere al trattamento un membro della coppia fosse risultato sterile, il sogno di mettere al mondo un bambino sarebbe stato da cestinare.

Senza contare che chi – in maniera coraggiosa – decideva di intraprendere il doloroso percorso verso la fecondazione assistita si vedeva impiantati 3 embrioni contemporaneamente, sia che fossero sani sia che fossero affetti da gravi patologie trasmissibili, capaci di mettere a serio rischio la salute della mamma e del suo bambino.

Il ministro Beatrice Lorenzin firma l’aggiornamento della legge 40 per  la fecondazione assistita

Una situazione a dir poco disumana, che sembra figlia di un’epoca ottocentesca, e che invece è stata definitivamente stralciata solo nel 2015, grazie al decreto di aggiornamento della legge 40, portato a termine dal Ministro Beatrice Lorenzin.

Dallo scorso anno, finalmente, è possibile accedere alla fecondazione eterologa, è possibile selezionare solo embrioni sani, identificabili grazie alle diagnosi pre-impianto, e soprattutto il Servizio Sanitario Nazionale riconosce la fecondazione assistita tra le prestazioni garantite.

Una favola il cui lieto fine sta per essere scritto.

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