Fallisce banca del cordone ombelicale, 15mila famiglie chiedono chiarezza

Proteste dopo il fallimento della bio-banca Cryo-Save Italia. L’istituto con sede in Svizzera, in cui era possibile conservare a pagamento, campioni di cellule staminali, ha dichiarato fallimento lo scorso giugno. Era qui che moltissimi genitori italiani avevano deciso di conservare i cordoni ombelicali dei propri figli, con la speranza che un giorno potessero rivelarsi salvifici nell’eventualità di malattie future dei loro bambini. Sono oltre 15mila le famiglie che si stanno domandando cosa sta accadendo a seguito del fallimento.

Campioni embrionali trasferiti a Varsavia, i genitori chiedono chiarezza

Un mese prima che l’istituto fallisse, ogni genitore aveva ricevuto una mail in cui si informava che i loro campioni venivano affidati a una società terza, la Pbkm a Varsavia, che avrebbe subappaltato la conservazione dei campioni embrionali. Il problema nasce in seguito, quando i genitori non hanno ricevuto più alcuna notizia sullo stato dei cordoni ombelicali, né per quanto tempo sarà garantita la loro conservazione. L’istituto Cryo-Save, ad esempio, aveva stabilito una durata di 20 anni, periodo per il quale le 15mila famiglie avevano già pagato la cifra dovuta, che si aggirava intorno ai 2500 euro.

Per ora le notizie che arrivano da Varsavia sono frastagliate e confuse. La società Pbkm, infatti, ha comunicato attraverso una nota che: “Quasi tutti i campioni sono stati trasportati in sicurezza e si trovano nel principale laboratorio di FamiCord Group a Varsavia, dove è garantita la massima sicurezza per la conservazione di questi campioni biologici“. Parole che lasciano intendere che non tutti i campioni sarebbero stati trasferiti, secondo quanto riferito dal Giornale di Brescia, infatti, all’incirca il 2% sarebbe stato disperso.

La rivolta delle famiglie, genitori si uniscono in un gruppo su Facebook

Subito dopo aver appreso della scomparsa del 2% dei campioni biologici che erano conservati nell’Istituto in Svizzera, molti genitori hanno chiesto risposte sulla pagina Facebook di Cryo-Save, nella speranza di ricevere qualche informazione maggiore. Sembrerebbe, infatti, che dall’istituto non abbiano ricevuto nessuna risposta, né al telefono, né via mail. Per questo hanno provato ad avere delucidazioni attraverso il social network. Oltre al mistero dei campioni spariti, i genitori interessati vogliono maggiore chiarezza sulla conservazione dei cordoni nella struttura di Varsavia. Intanto, per cercare di risolvere questo problema e scegliere se intraprendere la via legale, i genitori si sono uniti in un gruppo Facebook “Genitori Cryo-Save“, a oggi sono circa 2000 le adesioni e con molta probabilità cresceranno ulteriormente.

Sul fronte della necessaria rassicurazione delle tante famiglie italiane purtroppo toccate da questa vicenda, la FamiCord non è abilitata a contattarle direttamente, in ragione delle stringenti normative sulla privacy: sono le famiglie stesse che possono già mettersi in contatto con la FamiCord, attraverso un link dedicato già attivo sul sito dell’azienda, e saranno quindi ricontattate al più presto per ricevere tutte le informazioni del caso.