Disinfettanti in gravidanza: un nuovo studio rileva i rischi per il nascituro

Un nuovo studio, che è stato pubblicato su Occupational & Environmental Medicine, ha messo in luce i possibili rischi relativi all’uso di disinfettanti durante il periodo della gravidanza.

Vediamoli nel dettaglio.

Rischi di asma ed eczema

L’uso dei disinfettanti da parte delle donne nel periodo della gravidanza potrebbe essere collegato ai rischi di asma e eczema per i figli.

Sono i risultati che sono emersi dalla pubblicazione, su Occupational & Environmental Medicine, di uno studio giapponese basato su dati molto ampi che sono stati raccolti a partire dal 2011 e fino al 2014.

Lo studio ha coinvolto 78.915 coppie madri – figli ed appare molto interessante specialmente ora che l’uso dei disinfettanti, dovuto alla pandemia di coronavirus, è aumentato in modo importante tra tutta la popolazione mondiale e non soltanto all’interno delle strutture ospedaliere e mediche in generale.

I dati che sono stati analizzati comprendevano anche le diagnosi di “patologie allergiche” che si sono presentate nei bambini fino ai 3 anni di età.

I risultati dello studio

Analizzando i dati, i ricercatori hanno notato che i bambini soggetti a eczema o asma erano molti di più quando le loro madri avevano fatto uso di disinfettanti durante la gestazione.

Nello stesso tempo nello studio non sono state identificati collegamenti tra l’uso dei disinfettanti e allergie alimentari.

Naturalmente lo studio è basato sulle “osservazioni” e quindi stabilire una causa diretta tra l’utilizzo dei disinfettanti in gravidanza da parte delle madri e i rischi di malattie allergiche non è certo.

A questo si aggiunge che i dati relativi all’utilizzo dei prodotti disinfettanti erano tutti “autoriferiti” dalle madri e quindi non verificati dai ricercatori e non legati ad un tipo identificato di disinfettante.

Comunque l’opinione dei ricercatori è che l’utilizzo di disinfettanti in questo periodo possa avere un effetto sulle allergie dei bambini.

Secondo il comunicato emesso da BMJ potrebbero infatti esistere delle correlazioni tra questo uso e possibili influenze sulla “risposta immunitaria” del feto e sul microbioma. Una ulteriore ipotesi riguarda gli eventuali contatti tra madre e bambino dopo la nascita.

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