#BastaTacere: il primo passo contro la violenza ostetrica
Grazie alla campagna social #bastatacere il problema della violenza ostetrica in sala parto è divenuto un tema sempre più dibattuto e popolare, rendendo le future mamme sempre più consapevoli dei propri diritti e di quali siano le pratiche improprie messe in atto dal personale sanitario. Vediamo di seguito come è possibile difendersi al meglio dal tentativo di eccessiva medicalizzazione del parto e dagli abusi perpetrati in sala parto.
In primo luogo va detto che sin dagli anni ottanta l’Oms ha diffuso delle linee guida cui i punti nascita avrebbero dovuto attenersi in fase di travaglio, di parto e di post-partum. In particolare l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di evitare, in assenza di una reale esigenza clinica, le seguenti pratiche:
- clistere
- depilazione
- somministrazione di ossitocina per velocizzare il travaglio
- episiotomia (incisione chirurgica del perineo per facilitare il parto)
- manovra di Kristeller
- taglio precoce del cordone ombelicale
- rottura delle membrane
- separazione di mamma e figlio
Ciascuna di queste procedure può essere a buon diritto classificata come medicalizzazione impropria del parto (un vero e proprio abuso!), la quale aumenta il rischio di rendere indispensabile il taglio cesareo, che risulta, invece, evitabile quando ci si attiene a modalità assistenziali meno invasive.
La necessità di rispettare la volontà della partoriente
Alla futura mamma deve essere necessariamente riconosciuto il diritto di vivere il parto come meglio crede: deve avere la possibilità di ricorrere all’anestesia epidurale (cosa che non sempre è possibile nei punti nascita italiani), di optare per un parto in acqua e di assumere la posizione che più le è consona sia durante il travaglio che durante il parto.
Se l’esperienza del parto viene vissuta come un trauma
La mancanza di rispetto e di umanità da parte del personale sanitario nei confronti della partoriente, un’informazione parziale e insoddisfacente e il ricorso a pratiche inopportune e invasive trasformano il parto, che dovrebbe essere una delle esperienze più intense ed emozionanti della vita di una donna, in un brutto incubo. Al fine di evitare una siffatta situazione è fondamentale, denunciare, informarsi e gridare a gran voce: “Basta alla violenza ostetrica!”