Cosa fare se il bebè vuole solo la mamma?

Se il bebè vuole solo la mamma? Può capitare. Giorno e notte sempre insieme alla mamma che lo allatta, si prende cura di lui, gli fa il bagnetto, lo coccola e lo fa giocare. Complice il congedo parentale o l’aspettativa dal lavoro, la mamma può dedicarsi al suo piccolo 24 ore su 24, dal momento del risveglio fino alla nanna, con il risultato che la cura del bebè prende talmente tanto tempo alla neomamma che non ha più tempo per sé, per fare una passeggiata con le amiche o anche solo per una doccia. Sarà un problema quando la mamma dovrà tornare al lavoro.

Il bebè vuole solo la mamma: brutta abitudine o no?

Questa domanda è stata girata ad Adriana Cantisani, family coach, autrice di libri ma forse meglio nota come la tata di SOS Tata che in tv ha risolto i casi più disperati, quelli per i quali sembrava davvero lontana una via d’uscita. Adriana ha posto subito l’attenzione sul fatto che, come un cucciolo, il piccolo ha bisogno di sicurezza e affetto. Quello che all’apparenza può sembrare un brutto vizio, in realtà è solo un’esigenza di cura, di vicinanza. Il piccolo ha bisogno del contatto fisico, del calore della mamma. Non c’è niente di strano, è solo un’esigenza naturale.

Come fare se si deve rientrare al lavoro?

Indubbiamente le mamme sono preoccupatissime se devono rientrare al lavoro. Certo non si può pretendere che il bimbo cambi abitudine in un colpo solo. Sarà fondamentale abituarlo gradatamente affinché si possa prendere cura di lui il papà, la nonna, la baby sitter.

Fondamentale sarà il ruolo del padre che sin dai primi giorni deve imparare a  prendersi cura del bebè sia per instaurare con lui un rapporto emotivamente intenso, sia per supportare la sua compagna. Tata Adriana consiglia di allontanarsi prima per cinque minuti e poi allungando sempre di più il tempo fino ad arrivare a trenta minuti nel giro di sette – otto giorni.

Il bebè piange? Cerchiamo di affrontare con serenità questo momento e la famiglia sarà felice e tranquilla!

3 commenti

Rispondi a Giulio VallerianiCancella risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *