Autismo: test dell’udito per una diagnosi precoce

Uno screening uditivo potrebbe essere il futuro della diagnosi dell’autismo. Un recente studio sembrerebbe dimostrare come sia possibile, già alla nascita, individuare l’autismo sottoponendo i bambini a un semplice test dell’udito.

Come viene diagnosticato l’autismo oggi

L’autismo è una malattia che provoca un deficit nella comunicazione e nelle relazioni interpersonali. Si tratta di un fenomeno che copre un ampio spettro di sintomatologie, a volte così lievi da non essere nemmeno individuabili, altre, come nella sindrome di Asperger, da condizionare l’intera vita dell’individuo. Attualmente l’autismo non è rapidamente diagnosticabile.

Le modalità di identificazione del disturbo, infatti, sono strettamente connesse alle capacità comunicative dell’infante. Per questa ragione normalmente non è possibile pervenire a una diagnosi prima del quarto anno di vita. Un recente studio scientifico, invece, avrebbe dimostrato la possibilità di pervenire a una diagnosi precoce svolgendo un banale test dell’udito.

Screening uditivo: come si giunge alla diagnosi

Lo studio pubblicato su Autism Research ha dimostrato che uno screening uditivo svolto su un neonato potrebbe essere una pratica estremamente utile per verificare se il piccolo paziente rientra nello spettro autistico.

Lo screening si svolge attraverso l’esame dei potenziali evocati uditivi, un test che consiste nell’analizzare e verificare l’attività del sistema nervoso uditivo in risposta a input sonori. Questo esame ha il grande vantaggio di non richiedere la partecipazione attiva dell’esaminato, per questo si rivela un test perfetto da praticare su bambini piccoli o addirittura appena nati.

Una risposta lenta a questi stimoli può essere indicativa di una potenzialità a sviluppare disturbi neurologici durante la crescita. I dati pubblicati hanno messo in evidenza una correlazione tra la difficoltà di percepire suoni a una certa frequenza e i disturbi autistici e neurali in genere. Se questo studio si rivelasse attendibile, si compirebbe un enorme passo in avanti nella diagnosi dell’autismo.

Screening dell’autismo: le ultime ricerche

Sono tantissime le ricerche che si occupano di screening dell’autismo a scopo predittivo: una delle ultime (pubblicata su JAMA – Journal of the American Medical Association) è di un gruppo di ricercatori americani, guidati dalla dottoressa Rebecca McNally Keehn e basato sul tracciamento oculare.

Il team avrebbe sviluppato un nuovo strumento per la diagnosi rapida e precoce dell’autismo: la loro analisi suggerisce che il movimento degli occhi, se adeguatamente stimolato, può aiutare a identificare le persone nello spettro autistico già in tenera età.

I risultati ottenuti sono stati notevoli: il nuovo strumento ha dimostrato una capacità del 91% di individuare i bambini con autismo e dell’87% di riconoscere quelli non autistici. Queste percentuali elevate indicano che, se utilizzato in combinazione con altri test tradizionali, il metodo potrebbe permettere un’identificazione rapida e non invasiva della condizione nei bambini.