Autismo: cause, sintomi e diagnosi

La parola autismo evoca spesso sentimenti di paura, preoccupazione e forte stress nei genitori che affrontano questa problematica. Sono molte le domande e i dubbi che emergono, in particolare l’incertezza se il proprio figlio riuscirà a vivere una vita normale. Esploriamo insieme cos’è l’autismo, come riconoscerlo e quale sia l’iter diagnostico.

Il Disturbo dello Spettro Autistico

L’autismo rientra nei disturbi dello spettro autistico (DSA), un insieme di difficoltà legate ad alterazioni neurologiche durante lo sviluppo. È una condizione neurologica complessa che colpisce circa 1 bambino su 100.

Si manifesta con una serie di problemi specifici nel linguaggio, nella comunicazione e nell’interazione sociale. Questi comportamenti, spesso ripetitivi e ristretti, compromettono le capacità relazionali del bambino, anche con i genitori.

L’autismo può manifestarsi in forme lievi o gravi, con caratteristiche diverse e necessità di terapie differenti. È proprio questa variabilità rende difficile per i familiari riconoscere il problema.

Donald Triplett, è stato il primo a ricevere una diagnosi di autismo, nel 1943. Dopo molti anni di ricerche condotte da vari medici, il Dr. Leo Kanner, uno dei principali psichiatri infantili della Johns Hopkins University, formulò la diagnosi di autismo.

Autismo: come riconoscerlo e quali i segnali

I genitori possono notare segnali rappresentativi pur non avendo competenze mediche. I sintomi dell’autismo più frequenti includono:

  • Chiusura nei confronti del mondo esterno: Il bambino tende a vivere in una realtà propria, evitando rapporti con le persone circostanti e attività condivise.
  • Chiusura affettiva: Questi bambini tendono a non manifestare emozioni, risultando assenti dal punto di vista emotivo.
  • Problemi nel linguaggio: L’apprendimento della comunicazione verbale è spesso compromesso, con difficoltà evidenti già nei primi anni di vita.
  • Comportamenti ripetitivi: Il bambino ripete sempre le stesse azioni e oppone resistenza ai cambiamenti.
  • Scarsa comprensione della comunicazione non verbale: Difficoltà a interpretare gesti e a sviluppare una propria gestualità facciale.
  • Scarso interesse per gli altri bambini: Mancanza di desiderio di fare amicizie o condividere attività con coetanei.
  • Movimenti scoordinati: Spesso i movimenti del bambino sono poco coordinati, con scarsa attenzione agli ostacoli.

Altri Segnali per Riconoscere l’Autismo

Il bambino autistico può evitare il contatto visivo e dedicarsi a attività stereotipate, limitando ogni forma di comunicazione. Non è detto che manifesti tutti questi sintomi contemporaneamente, la presenza e la gravità dei sintomi possono variare.

Come si diagnostica l’autismo?

La diagnosi di autismo richiede l’intervento di personale qualificato, poiché il disturbo può essere confuso con altre patologie neurologiche. I test diagnostici non includono esami cerebrali come TAC o risonanza magnetica, ma si basano su metodi osservativi.

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I Test Diagnostici per l’Autismo

I test più comuni includono:

  • ADOS-2 (Autism Diagnostic Observation Schedule-2nd Edition): Osserva il bambino durante il gioco per individuare comportamenti atipici.
  • ADI-R (Autism Diagnostic Interview-Revised): Indaga la presenza di sintomi attraverso un’intervista ai genitori.

Quali sono le cause dell’autismo?

La domanda se si nasce o si diventa autistici è molto comune tra i genitori. Le cause dell’autismo restano ancora sconosciute. Tuttavia, la maggior parte dei ricercatori concorda sul fatto che siano prevalentemente genetiche, con contributi significativi da parte di cause neurobiologiche e fattori di rischio ambientali.

L’autismo è più comune nei maschi rispetto alle femmine, con un rapporto di circa 4:1.

Cause Genetiche

Le osservazioni che supportano le cause genetiche includono:

  • Familiarità: Molte persone autistiche hanno parenti con problematiche analoghe.
  • Malattie Genetiche: Portatori di determinate malattie genetiche (come la sindrome di Rett o la sindrome di Angelman) sono più suscettibili all’autismo. Inoltre, l’autismo è spesso associato a disturbi dell’apprendimento (dislessia e discalculia), ADHD, sindrome di Tourette, epilessia, disturbo ossessivo-compulsivo, depressione, disturbo bipolare, disturbi del sonno e sclerosi tuberosa.
  • Geni del Neurosviluppo: Alcuni geni legati alla struttura e alle funzioni dell’encefalo sono coinvolti, sebbene non esista ancora evidenza scientifica che dimostri una correlazione diretta tra specifiche mutazioni genetiche e l’autismo.

Cause Neurobiologiche

Studi recenti suggeriscono che i disturbi dello spettro autistico potrebbero manifestarsi a causa della nascita di neuroni anomali che non riescono a creare connessioni corrette con altre cellule nervose nel cervello, causando disfunzioni dell’organo. Poiché le reti neuronali si formano principalmente durante lo sviluppo fetale, si ipotizza che l’autismo sia il risultato di una combinazione di fattori genetici e alterazioni congenite.

Fattori di Rischio Ambientali

Nonostante la mancanza di evidenze scientifiche definitive, i fattori di rischio ambientali ritenuti potenzialmente influenti includono:

  • Parto Prematuro: I neonati prematuri hanno un rischio maggiore.
  • Abuso di Alcool e Farmaci: L’abuso di queste sostanze da parte della madre durante la gravidanza può influire.
  • Inquinamento: L’esposizione del feto a inquinanti continui può essere un fattore di rischio.
  • Infezioni Durante la Gravidanza: Le infezioni contratte dalla madre durante la gestazione possono aumentare il rischio.
  • Età Avanzata dei Genitori: L’età avanzata dei genitori al momento del concepimento è considerata un possibile fattore di rischio.

Autismo e i possibili trattamenti

L’autismo non è una malattia, ma una condizione di vita. Con il giusto supporto e trattamento, i bambini con DSA possono imparare e crescere come tutti gli altri bambini.

Non esiste una cura per l’autismo, ma ci sono molti trattamenti che possono aiutare i bambini con DSA a migliorare le loro capacità e vivere una vita più autonoma. I trattamenti più comuni includono:

  • Terapia comportamentale: per insegnare al bambino nuove abilità e aiutarlo a gestire i suoi comportamenti.
  • Logopedia: per migliorare le capacità di comunicazione e linguaggio del bambino.
  • Terapia occupazionale: per aiutare il bambino a sviluppare le sue capacità motorie e la sua indipendenza nelle attività quotidiane.

I Genitori e l’Autismo

I genitori devono essere supportati da specialisti nel percorso di crescita del figlio, attraverso programmi come il parent training. Anche insegnanti e familiari possono contribuire a creare un ambiente favorevole per il bambino autistico, aiutandolo a vivere una vita quanto più possibile normale e autonoma.

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Comunicare in modo chiaro e preciso con il bambino, spiegando cosa si intende fare, può evitare disappunti e migliorare la comprensione verbale e la relazione di fiducia.

Ce lo spiega anche la dott.ssa Daria Protti, logopedista ed esperta di disturbi dello spettro autistico, disturbi del linguaggio e disprassia verbale.

Le strategie per affrontare le crisi di un bambino autistico

Tra le conseguenze del comportamento autistico ci sono manifestazioni di aggressività e scatti d’ira. Queste crisi possono essere gestite con il supporto di uno specialista, utilizzando alcune strategie.

  • Comunicazione e Rispetto delle Regole

Migliorare la comunicazione con immagini aiuta il bambino a comprendere le attività giornaliere. È importante insegnare il rispetto delle regole sia in casa che fuori, magari utilizzando cartelloni con immagini delle azioni consentite e vietate.

  • Importanza delle Abitudini e dei Rinforzi Positivi

Premiare il bambino per i comportamenti adeguati e insegnargli le abitudini quotidiane può stimolare miglioramenti. Utilizzare sequenze di immagini per rappresentare le azioni giornaliere può aiutare il bambino a sviluppare autonomia.

  • Una Casa a Prova di Bambino Autistico

L’ambiente domestico deve essere organizzato per evitare confusione e sovraccarico sensoriale. È meglio evitare luci forti, musica ad alto volume e disordine. Gestire i giocattoli in modo graduale aiuta a mantenere l’attenzione del bambino.

Risorse utili

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