A caccia dell’orso: i peluche compaiono sulle finestre di tutto il mondo

In tempi di Coronavirus succedono anche cose dolci, come la caccia agli orsi di peluche che, in questi ultimi giorni, si stanno affacciando dalle finestre di tante abitazioni.

Sui social si è rapidamente diffuso un vero e proprio tam tam da una parte all’altra del pianeta e l’hashtag #bearhunt è diventato in breve tempo virale. Ma cosa sta accadendo? Semplice, i bambini di tutto il mondo reclusi e isolati per il Covid-19, con il nasino schiacciato contro i vetri hanno aperto la caccia e cercano orsi.

Dal Regno Unito alla Finlandia, dagli Stati Uniti fino all’Islanda questa è, al momento, l’attività più amata dai piccoli.

Un omaggio a Michael Rosen

Tutto è partito dall’idea di fare un omaggio a Michael Rosen, scrittore britannico e autore del celeberrimo libro per bambini “A caccia dell’orso” che, al momento, si trova purtroppo in terapia intensiva a seguito del contagio da Coronavirus.

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Sui davanzali delle finestre delle case di Chicago, Bluff o Reykjavík, stanno facendo la loro comparsa tanti orsacchiotti di peluche. Ha aderito all’iniziativa anche Jacinda Ardern, premier neozelandese, che ha esposto l’orsetto sul davanzale della Premier House di Wellington, dove è in isolamento insieme al suo compagno Clarke Gayford e alla loro piccola Neve.

Orsacchiotti alla finestra in tempi di quarantena

In Nuova Zelanda, Paese in cui sono stati confermati oltre 600 casi di Covid-19, la quarantena è particolarmente severa e si prevede una durata delle restrizioni di almeno un mese.

Così come in Italia anche in Nuova Zelanda è proibito uscire all’esterno, ad eccezione dei vari casi di necessità come fare la spesa o affrontare problemi di salute. La caccia all’orso di peluche rende tutti più solidali e riesce a coinvolgere anche i bambini. Su Facebook fioccano i gruppi che raccolgo le simpatiche immagini di peluche (orsetti, ma non solo!), immortalati via via nelle situazioni più impensabili.

Una mamma neozelandese, sulla sua pagina Facebook, ha inviato un augurio di pronta guarigione allo scrittore inglese e gli ha raccontato di come la caccia agli orsacchiotti di peluche abbia decisamente contribuito a mantenere alta la salute mentale di grandi e piccini durante l’ultima settimana di reclusione forzata.

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