Sopravvive alla meningite a 3 settimane, la storia di Harrison

Da quando i social imperano nelle nostre vite si fa presto a urlare al miracolo. Pollice su, pollice giù. Il che non corrisponde sempre solo a Like e Dislike. In questo caso a incuriosire è la notizia di un bambino di sole tre settimane affetto da meningite e che, pare, sia completamente guarito. Ovviamente, prima di dare credito al primo post capitato tra capo e collo si fa una breve ricerca e si scopre che effettivamente la notizia è stata riportata dal Mirror e che dunque ha una certa credibilità.

Più nel dettaglio, il protagonista della storia è il piccolo Harrison, figlio di una coppia inglese, Adam e Samantha Baker. Nel 2012, a sole 3 settimane di vita il piccolino è stato colpito da una forma di meningite e dato per spacciato dai medici. I genitori avevano dato così, non senza grandi sofferenze, l’ok per staccare le macchine che lo tenevano in vita. Il piccolino però, a dispetto della prognosi sfavorevole, si è aggrappato alla vita con tutte le sue forze ed è sopravvissuto. Ma non è tutto. Non solo il bambino non è morto, come si pensava sarebbe accaduto una volta staccate le macchine, non ha nemmeno riportato i danni cerebrali che i medici avevano immaginato.

Purtroppo qualche conseguenza però c’è stata, il bambino ha una lieve emi-paresi cerebrale e un’importante sordità a un orecchio, tuttavia è un bambino autonomo e in grado anche di andare in bicicletta. Insomma, tutto sembrerebbe condurre al “miracolo”. Ma è davvero così? Ovviamente quando si tratta di una guarigione inattesa e non auspicata dalla medicina la parola non sembrerebbe essere sbagliata, posto che nei miracoli ci si creda.

Sintomi

Ma analizziamo bene i fatti, senza nulla togliere alla gioia di una guarigione che, se non miracolosa, è comunque singolare. Tuttavia bisogna evidenziare che non si menziona quale tipo di meningite abbia colpito il bambino. Vengono comunque descritti i sintomi, quindi mancanza di tono muscolare e mancanza di reattività. Tra i sintomi che devono essere rilevati vi sono questi, ma anche una febbre importante, rigidità nucale, ovvero del collo all’attaccatura della nuca e, talvolta, rash cutaneo. In presenza di questi sintomi non si deve perdere tempo e correre al più vicino pronto soccorso.

Prevenzione

Detto questo parliamo invece di prevenzione. Qui resta, almeno per ora, facoltà dei genitori scegliere se vaccinare o meno, tenendo presente che esistono diversi tipi di meningite, batteriche e virali, e che i vaccini attualmente inoculabili sono stati messia punto contro soli 3 tipi di meningite batterica e sono l’antipneumococco e l’antimeningococco di tipo C, e l’antihaemophilus di tipo B. Si evince che non si ha la copertura totale contro tutti i tipi di meningite, ma solo contro alcuni sierotipi. Per le meningiti virali, invece, non esistono vaccini. Resta quindi la vigilanza da parte dei genitori e il ricorso alle cure mediche al presentarsi dei primi sintomi, sebbene questo non sia una garanzia di sopravvivenza.

Bisogna quindi prestare molta attenzione quando vengono diffuse notizie con titoli “strappalike” e cercare di capire se le fonti siano attendibili o meno. In questo specifico caso si tratta a tutti gli effetti di una fortunata storia a lieto fine, di quelle che, fortunatamente, esistono ancora.

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