La Sindrome Post Aborto e le sue conseguenze

I cambiamenti psicologici della Sindrome Post Aborto

L’aborto, volontario o no, lascia nella donna dei segni indelebili che, a volte, possono trasformarsi in veri e propri traumi dai quali non è facile riprendersi. A prescindere dalla situazione emotiva, fisica o sociale che abbia dato seguito all’interruzione di gravidanza, molte delle donne che sono arrivate a questa soluzione non hanno avuto un corretto supporto psicologico, né prima né dopo l’intervento. In questa sede, cercheremo di capire meglio i cambiamenti psicologici che possono sfociare nella cosiddetta Sindrome Post Aborto (o PAS).

La PAS già da diversi anni è studiata negli USA e, dalle varie ricerche effettuate, è emerso che circa il 62% delle donne che si sono sottoposta a un’IVG (interruzione volontaria di gravidanza) subisce delle conseguenze psico-fisiche importanti, che possono condurre alla Sindrome Post Aborto.

La pericolosità di ricorrere all’aborto in situazioni psicologiche instabili

Secondo la Professoressa Claudia Navarini, docente di Bioetica e Filosofia Morale presso l’Università Europea di Roma, le donne che ricorrono all’aborto si trovano frequentemente in condizioni psicologiche instabili, perché sottoposte a timori e pressioni che minacciano la loro libertà decisionale, facendole talvolta percepire l’interruzione di gravidanza come una “necessità”. Le conseguenze psicologiche più ricorrenti dell’aborto sono le stesse del Disturbo Post Traumatico da Stress, ovvero: sensi di colpa, perdita di autostima, ansia, senso di vuoto, tristezza, angoscia e risentimento verso chi ha determinato o influenzato la scelta abortiva.

La donna si sente responsabile della morte del suo bambino ma non riesce a elaborare il lutto perché la società stessa lo giustifica: quella stessa società che ha deciso di ammettere l’aborto per preservare il benessere psico-fisico della donna. La coscienza, tuttavia, sorpassa le regole sociali e si permea di tutte le problematiche psicologiche sopra descritte. Questo problema, pertanto, può essere affrontato solo nel momento in cui la donna si renda consapevole della PAS: solo in questo modo riuscirà a dare un nome e una spiegazione a tutti quei sentimenti che per anni l’hanno sopraffatta.

11 commenti

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  1. Purtroppo è una sensazione di cui non ti liberi mai, ci pensi continuamente e porti con te questo pensiero dal mattino quando ti svegli fino alla sera che vai a letto. Ci pensi anche mentre stai facendo altro. Sai che era la cosa più giusta da fare per te e per il tuo bambino, ma la sua mancanza si fa sentire ogni istante della giornata.

  2. È un dolore che non scompare, si assopisce, ma resta lì nell’anima, e la lacera inesorabilmente. Se solo tutto questo dolore lo provassero coloro che ricorrono all’aborto volontario, beh vi assicuro che non ci sarebbero più aborti.