Contraccezione nel dopo parto: quale metodi usare?

Dopo i 9 mesi di gravidanza, il parto e la convalescenza, torna per una coppia il desiderio di avere un rapporto sessuale come prima.

Niente e nessuno lo vieta, e sono molte le coppie che non vorrebbero correre il rischio di un’altra gravidanza. Ma non c’è da temere. Esistono diversi metodi che assicurano la contraccezione nel dopo parto, a seconda di alcuni comportamenti, come ad esempio se si sta allattando il neonato al seno o tramite il biberon.

I metodi variano anche in base al periodo di attesa dal parto.

La contraccezione naturale dopo il parto

Per prima cosa, parliamo dell’amenorrea post-partum. È così chiamato il periodo di assenza delle mestruazioni dopo il parto. In questo periodo, viene prodotta in grande quantità la prolattina, che provoca una riduzione della fertilità, poiché inibisce l’ovulazione. È un contraccettivo naturale al 98%, e dura 6 settimane se non si allatta al seno, mentre aumenta fino ai 6 mesi in caso di allattamento esclusivo al seno. Questo momento è utile come metodo di contraccezione nel dopo parto entro i 6 mesi dalla nascita e naturalmente se non sono tornate le mestruazioni.

I metodi che assicurano la contraccezione nel dopo parto

Per le donne, esistono 4 metodi contraccettivi efficaci. Verranno elencati tenendo conto di quando sarà possibile utilizzarli dopo il parto.

Le pillole

L’utilizzo della pillola per la contraccezione nel dopo parto è indicata perché molto efficace, e si suddividono in due tipologie. La pillola estro-progestinica può essere utilizzata dopo 3 settimane dal parto se non si allatta al seno. Esiste però un elevato rischio di trombo-embolia venosa, quindi nel caso in cui una donna abbia già avuto episodi del genere, sarebbe bene posticipare l’utilizzo a 6 settimane dopo il parto.

Stesso periodo per la pillola progestinica, adatta alle donne che allattano, poiché l’estrogeno presente nella prima tipologia di pillola diminuisce la produzione di latte. La pillola progestinica è il metodo più utilizzato.

La spirale

La spirale può essere utilizzata come contraccezione nel dopo parto dopo 4 settimane. Ma anche in questo caso dipende dal modello utilizzato. La spirale a rilascio di progestinico si può utilizzare dalle 4 settimane in poi, mentre se si utilizza quella al rame è meglio attendere 6 settimane. La differenza tra le due è che la spirale al rame non contiene ormoni, ed è adatta alle donne che non possono assumere contraccettivi ormonali.

La spirale viene inserita da un ginecologo e ha una durata di 2-3 anni.

Il diaframma

Il diaframma vaginale può essere utilizzato dopo 6 settimane dal parto. In questo periodo, l’utero tornerà alla sua forma naturale. A differenza di altri metodi, il diaframma deve essere tenuto per 6 ore dopo il rapporto affinché sia efficace. Il suo uso non è sicuro come per gli altri metodi indicati.

Impianto sottocutaneo

Con una probabilità contraccettiva del 99%, l’impianto sottocutaneo può essere utilizzato dopo 6 settimane e rimane attivo per 3 anni. S tratta di un bastoncino che viene inserito sottopelle dal ginecologo, e la sua modalità di contraccezione è la stessa della pillola progestinica.

La pillola “del giorno dopo” o “dei 5 giorni”

In casi di emergenza, come un rapporto senza protezioni o con la rottura del preservativo, si può ricorrere alla pillola del giorno dopo. Questa non ha controindicazioni, quindi non ha limiti di tempo.

Diversa invece è la pillola dei 5 giorni. In questo caso, si consiglia di non allattare per una settimana, ma non si sono registrati problemi.

Chiusura delle tube di Falloppio

In alcuni casi, per essere sicure di non incorrere in una nuova gravidanza, la donna decide di praticare la chiusura delle Tube di Falloppio.

Ma in cosa consiste? Leggi il nostro articolo Chiusura delle tube di Falloppio, perché praticarla.

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