Non dire ‘allattamento al seno’, ma ‘allattamento al petto’: le nuove linee guida di un ospedale inglese

Per le ostetriche inglesi cambia una delle espressioni più frequenti: non potranno più dire allattamento al seno, ma al petto.

La nuova politica del Brighton and Sussex University Hospitals NHS Trust (BSUH) è tesa ad una migliore inclusione delle persone transessuali e non binarie. Le altre parole legate alla maternità invece non saranno eliminate, ma affiancate dando vita ad un linguaggio per tutti.

Un nuovo linguaggio per l’accoglienza

Le nuove linee guida del BSUH impongono alcune direttive al reparto di maternità che d’ora in poi sarà chiamato, “reparto per la cura perinatale”.

L’ospedale diventa il primo nel Paese ad adottare e promuovere un cambiamento culturale che prevede un linguaggio gender-inclusive.

La nuova parola d’ordine della struttura ospedaliera è, accoglienza. In particolare la direzione del BSUH intende ampliare il proprio linguaggio e offrire un supporto alle ostetriche che potranno prendersi meglio cura di trans e non binari.

Non si tratta quindi di escludere le donne, ma di affiancare ad lessico da anni adoperato per loro, modi di dire che possano essere più inclusivi. L’ospedale sottolinea che non si adopererà un linguaggio neutro, ma ci saranno nuovi termini che entreranno a far parte del lessico dell’ostetricia.

Un depliant per tutti

E così in uno dei depliant dell’ospedale si legge che il ruolo dell’ostetrica sia quello di accompagnare la “persona incinta” nel suo percorso all’interno delle diverse fasi che della gravidanza. Scompare quindi, il termine “madre” che viene sostituito da “persona incinta” per manifestare una nuova forma di comunicazione, un atteggiamento più inclusivo nei confronti di tutti.

La terminologia che individua i nutrienti del “latte materno” è stato sostituita con un politically correct “latte umano”, mentre è stato affiancato al consueto monitoraggio del battito “della donna”, quello del battito “della persona”.

A pochi mesi dall’adozione di questa nuova terminologia, si è aperto un dibattito. Qualcuno si chiede se la nuova forma di inclusione trovi poi una concretezza nell’accogliere la nuova vita che nasce sostenendo le esigenze del neonato e non sia solo forma.

Altri invece auspicano che l’esempio del Brighton and Sussex University Hospitals NHS Trust venga presto seguito da tutte le strutture ospedaliere del Paese. Una discussione che sembra non finire…

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