Muore di tumore a 5 anni: i genitori chiedono 25 milioni all’Ilva di Taranto

A soli 3 mesi, al piccolo Lorenzo è stato diagnosticato un tumore al cervello.
Il bambino muore a soli 5 anni nel 2014 probabilmente a causa dei veleni dell’ex Ilva di Taranto.

Lorenzo Zaratta, si è ammalato, stando alle perizie dei Pubblici Ministeri, quando era ancora in grembo alla mamma che, in quel periodo, lavorava al Rione Tamburi di Taranto.

A distanza di 7 anni, la famiglia del piccolo ha chiesto un risarcimento pari a 25 milioni di euro agli ex dirigenti dell’impianto siderurgico.

Quali sono le accuse ai dirigenti dell’Ilva

L’accusa per tutti è quella di omicidio colposo e sono stati gli avvocati a nome dei genitori e del fratellino a depositare la richiesta nella prima udienza preliminare che si è svolta nel tribunale di Taranto, tuttavia bisogna attendere il 14 ottobre, data in cui i Pm dovranno riformulare i capi di imputazione in merito alle tante omissioni di cui sono responsabili.

Secondo uno dei legali della famiglia, nonostante la strada sia ancora lunga, la prima battagli è stata vinta e questa è una cosa molto importante.
Secondo i Giudici i dirigenti dell’ex Ilva avrebbero consentito alle polveri nocive provenienti dalle varie zone dello stabilimento, come le Aree Parchi Minerarie e le Acciaierie, di disperdersi senza adottare nessuna misura di contenimento o preventiva contro le malattie professionali, quelle cioè contratte in ambito lavorativo. Sono ben 9 le persone implicate nella vicenda.

I veleni e l’insorgenza di tumori

Nel cervello del piccolo Lorenzo erano presenti, secondo le indagini, acciaio, zinco, ferro e silicio, tutte sostanze cancerogene che la madre gli ha trasmesso per via ematica durante la gestazione.
Lorenzo durante la sua breve vita ha dovuto sottoporsi a numerose cure mediche e a circa trenta interventi chirurgici che purtroppo non sono serviti a salvargli la vita. Il risarcimento non riporterà in vita il piccolo, ma potrebbe essere utile non solo alla famiglia di Lorenzo, ma anche a tante altre che hanno perso i propri figli troppo presto.

Ph Credits: www.huffingtonpost.it