Mamme: i record più strani del mondo

Dalla mamma più giovane alla più anziana, dalla mamma-uomo alla più prolifica vediamo quali sono i record più strani del mondo in fatto di maternità.

La mamma più prolifica

La madre che ha avuto più figli è la contadina russa Valentina Vassilyeva, vissuta nel diciottesimo secolo, che ha dato alla luce ben 69 figli per un totale complessivo di 27 parti  (16 gemellari, 7 trigemini, 4 quadrigemini). La notizia fu pubblicata sul giornale inglese Gentleman’s Magazine nel maggio del 1759.

La mamma-uomo

Thomas Beatie, commerciante dell’Oregon sposato con Nancy, nel 2008 è diventato il primo “mammo” del mondo. Thomas, che è nato donna, si è in seguito sottoposto ad una serie di interventi per cambiare sesso, ma ha conservato l’apparato riproduttivo femminile. Così nel 2008, in seguito all’inseminazione artificiale, è rimasto incinto e ha partorito una bella bambina.

La mamma più vecchia del mondo

Si chiama Rajo Devi Lohan la donna indiana che nel 2008 ha dato alla luce una bambina alla veneranda età di 70 anni. Dopo una vita di preghiere e di rituali propiziatori inefficaci, Rajo, grazie alla fecondazione artificiale, è riuscita finalmente a dare un figlio al proprio consorte.

La mamma più giovane del mondo

La peruviana Lina Vanessa Medina Vásquez nel maggio del 1939, all’età di 5 anni è diventata madre con parto cesareo. Questo incredibile record, tuttavia, benché documentato da una serie di scatti, continua a destare numerose perplessità.

La madre più bassa del mondo

Malgrado i suoi 71 centimetri fossero insufficienti per garantirle una gravidanza regolare e priva di pericoli, la trentacinquenne statunitense Stacey Herald ha sfidato la morte pur di avere un figlio, anzi due. La prima ha ereditato purtroppo il nanismo materno, mentre la seconda è perfettamente sana.

La madre del più piccolo bambino del mondo

Nel 2009 a Gottinga (Germania) una donna ha partorito alla venticinquesima settimana di gravidanza un bambino che pesava appena 275 grammi. Il neonato è rimasto per circa sei mesi in terapia intensiva.

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