Licenziata in maternità, arriva la protesta dei sindacati

Davanti alla sede principale della UCIC, un’azienda che produce vernici ubicata in Strada Valmanera, lo scorso marzo c’erano i rappresentanti di differenti categorie sindacali a supporto del presidio promosso da Cisl, Uil e Cgil. La protesta era mirata a manifestare contro il licenziamento attuato ai danni di Eleonora Marchese, un’impiegata licenziata lo scorso giugno durante il periodo di maternità e che da tre anni milita nelle file della Cgil.

Licenziata in gravidanza: intervengono i sindacati

Eleonora Marchese lavorava da oltre dieci anni come impiegata amministrativa per l’azienda di vernici. Nel 2013 ha ricevuto una lettera di richiamo per spionaggio industriale e, con il supporto di un avvocato, l’azienda ha accettato le sue ragioni. Successivamente è rimasta incinta ma non avendo avuto problemi di salute, ha lavorato fino all’ottavo mese di gestazione. Ha dato alla luce il bambino nello scorso aprile e solo dopo un mese ha ricevuto un’altra lettera di richiamo perché durante l’orario di lavoro aveva inviato una mail al suo compagno: una mail che non conteneva alcun dato sensibile o informazioni aziendali. A distanza di una settimana dalla ricezione dell’ultima lettera, è stata licenziata perché a detta dell’azienda avrebbe leso il rapporto di fiducia.

Licenziata in gravidanza, quando un’azienda trova motivazioni deboli

Secondo Stefano Calella della Cisl di Alessandria-Asti, le motivazioni presentate dell’azienda sarebbero piuttosto deboli già che la legge prevede solo tre casi nei quali una dipendente può essere licenziata durante il periodo di maternità: se ruba in azienda, se la ditta chiude i battenti o se scade il contratto a tempo determinato.

I dipendenti a manifestare al fianco della collega erano pochi perché ovviamente temono ritorsioni e hanno paura di esporsi. Il caso è molto grave e attualmente la ex dipendente e l’azienda sono per vie legali. La UCIC dal canto suo sostiene di aver agito per giusta causa e lo dovrà dimostrare in tribunale.

26 commenti

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  1. Sono mamma di una bimba di 6 mesi e ho un attività di parrucchiera,al contrario di un dipendente io non ho maternità e sono tornata in negozio dopo una settimana dal parto. L’assurdità è che la clientela non sopporta la situazione di una bimba che anche troppo paziente aspetta una coccola o una poppata!!!

  2. Non avevano altro a cui attaccarsi evidentemente. Sarebbe da controllare il pc dei colleghi della donna e vedere con quale inapprensibilita’ lavorano. Ormai c’è da aspettarsi questo e altro.