La bambola che allatta: il progetto di una mamma per raccontare la vera maternità

Sempre più frequentemente si parla di situazioni in cui l’allattamento al seno non viene compreso e addirittura ostacolato, in primis dalle stesse donne: è per questa motivazione che Betty Strachan, una mamma, ha deciso di eliminare una volta per tutte lo stigma dell’allattamento al seno, rendendolo un’istituzione, avvalendosi di un formidabile aiuto: una bambola che allatta al seno per educare i bambini.

La decisione di realizzare una bambola da allattamento al seno

Betty Strachan è una donna e mamma australiana che vive a Brisbane, e come passione principale ha quella di ridipingere vecchie bambole per poterle portare nuovamente in vita. L’idea di realizzare appositamente una bambola da allattamento al seno per educare al processo della maternità non è venuta subito con consapevolezza: lei faceva parte di un gruppo di madri, e assistendo spesso a scene di repulsione verso l’allattamento al seno in pubblico, si è convinta a farlo. La bambola che ha realizzato è molto simile a una classica Barbie, ma ha l’aspetto naturale e stanco che ogni madre ha durante la gravidanza, accompagnata da un grande pancione: sarà possibile poi staccarle la pancia e giocare con il suo piccolo bebé, proprio come se avesse partorito. La veridicità del suo aspetto fisico, oltre che la possibilità di proseguire con il gioco anche nella fase successiva della maternità, lo rende piuttosto realistico e utile all’insegnamento del processo naturale della gravidanza e della nascita.

Mamas Worldwide Barbie: ecco la bambola per l’allattamento al seno

Mamas WorldWide Barbie è il nome della bambola di Betty, che non si è limitata esclusivamente a creare una Barbie con la pancia da gravidanza, bensì è riuscita anche a crearne degli accessori e a venderli privatamente sul suo negozio Etsy: la bambola è stata accolta con molto entusiasmo dal pubblico, e le vendite e le richieste sono state moltissime, soprattutto da parte di madri con bambini. L’allattamento al seno non dovrebbe essere ritenuto inaccettabile: è una cosa naturale di cui non vergognarsi!