Infertilità maschile: prima gravidanza al mondo ottenuta grazie all’intelligenza artificiale

5 novembre 2025 –

Dopo anni di tentativi falliti, una coppia è riuscita a realizzare il sogno di diventare genitori grazie a una combinazione di tecnologie rivoluzionarie. A rendere possibile la gravidanza è stato un innovativo sistema basato sull’intelligenza artificiale, capace di individuare in tempo reale i rarissimi spermatozoi vitali in un uomo affetto da azoospermia, una delle principali cause di infertilità maschile. La scoperta, firmata dai ricercatori del Columbia University Fertility Center (Stati Uniti) e pubblicata sulla rivista The Lancet, rappresenta una svolta epocale nella medicina riproduttiva.

Una coppia, vent’anni di tentativi e una speranza che rinasce

Lui, 39 anni, affetto da azoospermia — una condizione in cui gli spermatozoi sono quasi del tutto assenti — e lei, 37 anni, con una riserva ovarica ridottissima. Dopo due decenni di tentativi senza successo, sembrava che ogni possibilità fosse svanita. Ma l’arrivo di una nuova tecnologia, guidata dall’intelligenza artificiale e supportata da un robot di precisione, ha cambiato il corso della loro storia.

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Il team del Columbia University Fertility Center ha utilizzato un sistema capace di scansionare milioni di immagini in pochi minuti, individuando i pochissimi spermatozoi vivi presenti nel campione del paziente. Grazie a questa scoperta, sono stati creati due embrioni e avviata una gravidanza clinicamente confermata: la prima al mondo ottenuta con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Infertilità maschile: una realtà spesso sottovalutata

Secondo le stime, circa il 40% dei casi di infertilità di coppia è riconducibile a problematiche maschili. Tra queste, l’azoospermia colpisce dal 10 al 15% degli uomini infertili, rendendo estremamente difficile ottenere spermatozoi utilizzabili per la fecondazione.

Come spiega il professor Zev Williams, autore principale dello studio, “un campione di sperma può sembrare normale a occhio nudo, ma al microscopio si rivela un mare di detriti cellulari, senza spermatozoi visibili. Per molte coppie questo significa sentirsi dire che non avranno mai un figlio biologico”.

Quando l’AI incontra la medicina

Il dispositivo messo a punto dai ricercatori si chiama Star (Sperm Tracking and Recovery), un metodo automatizzato, non invasivo e di altissima precisione.
Il suo funzionamento unisce più discipline: imaging avanzato, microfluidica e intelligenza artificiale. In pratica, Star analizza un campione di sperma generando milioni di immagini in meno di un’ora. L’AI le elabora in tempo reale, identificando i rari spermatozoi vitali, che sono poi isolati e prelevati da un robot micrometrico in modo delicato e sicuro.

Come spiega Hemant Suryawanshi, co-autore dello studio, “il nostro obiettivo è rendere possibile il recupero degli spermatozoi anche nei casi più complessi, evitando procedure chirurgiche invasive e con un approccio che rispetta la biologia di ogni paziente”.

Una rivoluzione per la fertilità del futuro

Nel caso riportato su The Lancet, il sistema Star ha scansionato 2,5 milioni di immagini in circa due ore, identificando soltanto due spermatozoi vitali: pochi, ma sufficienti per creare due embrioni e avviare la gravidanza. “Per creare un embrione basta un solo spermatozoo sano”, ha ricordato Williams.

Questa tecnologia potrebbe rappresentare un punto di svolta per la medicina riproduttiva, offrendo nuove speranze a coppie che finora avevano sentito dire che non c’erano alternative. Studi clinici più ampi sono già in corso per valutare l’efficacia di Star in altri casi di infertilità maschile.

La storia di questa coppia segna un confine tra passato e futuro della riproduzione assistita: un futuro in cui intelligenza artificiale, scienza e sensibilità umana si incontrano per dare nuova vita alla speranza.
In un ambito tanto delicato come quello della fertilità, ogni progresso scientifico non è solo una conquista tecnologica, ma anche un atto di profonda umanità.

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