2 luglio 2025 –
Negli ultimi anni, il dibattito sull’accoglienza ai bambini nei locali pubblici torna ciclicamente a far discutere.
Se da un lato c’è chi rivendica il diritto alla tranquillità, dall’altro sempre più famiglie si sentono discriminate. In Francia, però, il governo ha deciso di affrontare il problema alla radice, introducendo un’iniziativa concreta per combattere la tendenza dei ristoranti “no kids”.
Il caso francese: una risposta istituzionale alla discriminazione
Mentre in Italia, come accaduto già in diverse città, alcune strutture scelgono di scoraggiare l’accesso dei più piccoli con cartelli poco ospitali, la Francia adotta un approccio opposto.
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Non si limita alla cronaca o alla polemica passeggera: il governo francese ha scelto di prendere posizione attiva per tutelare il diritto delle famiglie di accedere liberamente a ristoranti, musei, alberghi e luoghi pubblici.
La risposta arriva con un progetto simbolico ma dal forte impatto culturale: il marchio “Choix des Familles”.
Cos’è il marchio “Le Choix des Familles”
Il marchio “Le Choix des Familles” è un riconoscimento ufficiale creato dal governo francese per identificare le strutture che accolgono e rispettano i bambini. L’annuncio è stato fatto da Sarah El Haïry, Alto Commissario per l’Infanzia, che ha sottolineato l’importanza di creare ambienti inclusivi per i più piccoli. Il marchio vuole trasformare la Francia in un Paese a misura di famiglia, dove i bambini non solo sono tollerati, ma accolti con rispetto e attenzione.

Una piattaforma online per segnalare le attività family-friendly
A partire dal 5 luglio, le famiglie francesi avranno a disposizione una piattaforma online in cui sarà possibile segnalare, consigliare e trovare strutture adatte a bambini e genitori. Ristoranti, hotel, musei ed esercizi pubblici potranno aderire al marchio “Choix des Familles” solo rispettando determinati criteri qualitativi e strutturali.
Requisiti per ottenere il marchio Family Choice
Le attività che desiderano essere riconosciute come family-friendly dovranno rispettare alcune linee guida ben precise:
- Offrire un menù e prezzi adatti ai bambini.
- Organizzare almeno un evento annuale pensato per i più piccoli.
- Garantire la presenza di personale formato e accogliente verso le famiglie.
- Disporre di servizi adeguati come seggioloni, fasciatoi, bagni accessibili e possibilmente un’area giochi dedicata.
Questo approccio non si limita a un’etichetta: punta a creare un vero ecosistema di accoglienza e inclusione per le famiglie.
Secondo Sarah El Haïry, il marchio Family Choice è molto più di una trovata promozionale. È una scelta sociale, un gesto concreto per riaffermare la centralità dell’infanzia nella società. In un’intervista, ha dichiarato:
“È un grido che viene dal cuore: diciamo alle famiglie francesi che qui i loro figli hanno un posto. Accogliere le famiglie non è marketing, ma un dovere sociale. Rendere invisibili i bambini è una forma di violenza. Dobbiamo reagire e costruire un Paese in cui essere genitori non significhi essere esclusi.”
Perché questo tema riguarda tutti, non solo le famiglie
Il dibattito sul tema “bambini sì o no nei ristoranti” riguarda la società nel suo insieme. Ristoranti, hotel e locali pubblici che chiudono le porte ai bambini trasmettono un messaggio di esclusione. La sfida è trovare un equilibrio tra rispetto reciproco e inclusione, senza cadere né nel buonismo né nella rigidità.
Il modello proposto dalla Francia offre un esempio concreto di come le istituzioni possano intervenire per sostenere le famiglie senza imporre obblighi, ma incentivando chi vuole offrire un servizio davvero accessibile a tutti.