Malattie croniche intestinali: potrò diventare mamma?

Alcune patologie croniche, per le quali sono richieste cure specifiche e prolungate, potrebbero interferire sia percentualmente nella fertilità femminile sia nello sviluppo del feto. Tra queste le malattie croniche intestinali, in particolar modo la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, patologie a carico dell’intestino che pongono le donne con la voglia di maternità a chiedersi: potrò diventare mamma?

La gravidanza in presenza di malattie croniche intestinali

La gravidanza è un lungo periodo della vita di una donna, delicato dal punto di vista dei riassetti ormonali, psicologici e comportamentali all’interno di una coppia. Lo è ancora di più se la futura mamma soffre di patologie croniche per le quali sono richieste terapie quotidiane di supporto agli organi interessati.

Un esempio concreto è dato dalla colite ulcerosa e dal morbo di Crohn, due particolari patologie a carico dell’intestino, dal decorso delicato, le quali richiedono l’uso di farmaci specifici che potrebbero interferire con la gravidanza, in precedenza anche percentualmente con la fertilità della donna.

La prima patologia è meno grave, per quanto invalidante: interessa l’intestino crasso e si manifesta con coliche, dolori addominali e stati diarroici.

La malattia di Crohn (o morbo di Crohn) interessa invece tutto l’apparato digerente, dal cavo orale sino alle parti terminali, il colon e l’ano. Anche in questo caso la patologia si manifesta con acuti dolori addominali, perdita di sangue nelle feci, mucose, perdita di peso, diarrea.

Per entrambe le patologie sono previste cure prolungate che portano la donna con la voglia di divenire mamma a chiedersi: “Potrò affrontare la gravidanza? Le terapie faranno male al bambino in utero? Così sarà pure per l’allattamento?”. A tutte queste domande specifiche la scienza ha recentemente dato risposte concrete dal punto di vista medico specialistico.

Desiderio di gravidanza per le donne con malattie croniche intestinali

Abbiamo accennato a due patologie specifiche le quali colpiscono, in una percentuale del 25%, le donne in età fertile. Entrambe richiedono cure prolungate e somministrazioni continue di farmaci, entrambe potrebbero arrecare danni al feto ma ancor prima alle percentuali di fertilità, due motivi per i quali le donne affette da colite ulcerosa e malattia di Crohn si chiedono se una gravidanza dovrebbe essere evitata.

Recenti studi condotti in ambienti medici australiani hanno rilevato le paure delle donne affette da queste patologie nel tentare una gravidanza, sapendo che la percentuale di aborto spontaneo è nettamente superiore, che le terapie dovranno essere radicalmente modificate, che tutto il periodo di gestazione e il successivo allattamento saranno caratterizzati da grandi preoccupazioni dovute all’incremento percentuale di danni al feto ed al peggioramento dello stato generale della mamma dovuto alla sospensione o alla profonda modificazione delle terapie.

Per questi motivi la maggior parte delle donne affette da queste patologie croniche rinuncia alla maternità.

Ma la minoranza di donne che comunque vogliono vivere la gioia della maternità, dovranno affidarsi a cure esperte tra gastroenterologo e ginecologo, determinando le cure più indicate e il controllo nei minimi dettagli del decorso di gravidanza. Un percorso che si può attuare ma con tutte le precauzioni possibili.

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