Sassari, perde il bambino a causa dei controlli anti covid

Una storia triste e terribile è avvenuta a Sassari dove una donna in stato di gravidanza ha perso il suo bambino a causa di una mancata visita per il protocollo covid.

Una storia emblematica

Nella mattina del 9 gennaio una donna incinta si è presentata all’ospedale di Sassari per un problema di perdita di sangue. La donna si trovava nella quinta settimana di gravidanza e si è rivolta al pronto Soccorso ostetrico per una visita.

Dopo aver descritto all’ostetrica i suoi sintomi, le è stato chiesto se era vaccinata e se aveva fatto dei tamponi da poco tempo e la donna ha risposto di avere fatto le prime due dosi e la prenotazione per la terza, ma nessun tampone recente. L’ostetrica a quel punto, a causa della grande moltiplicazione dei contagi, si rivolge al medico di reparto e poi comunica alla donna che la visita non può essere effettuata per mancanza di un tampone molecolare.

Alla richiesta della paziente, che era accompagnata dal marito. di effettuarlo subito viene risposto che non era possibile fino a lunedì. Allo stesso tempo l’ostetrica cerca di tranquillizzarla e le consiglia di tornare a casa, monitorando con attenzione la situazione e di ripresentarsi in ospedale in caso di aggravamento. Una volta salita in auto l’emorragia diventa copiosa e arriva l’aborto spontaneo con perdita del bambino.

Le parole della mamma e del ginecologo

La donna ha dichiarato di sentirsi triste e profondamente arrabbiata per la perdita del bambino, che aspettava da 5 anni, e soprattutto perché, a causa del covid, è mancata la comprensione umana. “Mi sono sentita messa da parte, perché penso che una visita a una mamma che sta male, sia un diritto sacrosanto”, ha proseguito la donna precisando che le avrebbe reso meno difficile accettare la situazione.

Su quanto avvenuto ha espresso la posizione dell’ospedale anche Giampiero Capobianco, primario del reparto di ginecologia, che ha evidenziato come sia necessario proteggere le donne che sono in procinto di partorire e che un cluster all’interno del reparto, proprio come successo in Svezia pochi giorni fa, avrebbe conseguenze estremamente dannose. Capobianco ha anche detto che i medici vorrebbero visitare tutte le pazienti che si presentano, ma purtroppo a causa del covid è necessario usare la massima precauzione. Proprio grazie al tampone molecolare, osserva il primario, nelle scorse settimane, sono state scoperte 8 positività e curare le donne nel reparto covid.

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