Maternità e lavoro: il caso della pallavolista Lugli

Pallavolista Lugli: rimane incinta e non termina la stagione sportiva, ma la società la cita per danni

Lara Lugli: i fatti

Siamo nel febbraio 2019 e la giocatrice di pallavolo Lara Lugli, di 38 anni, adempie regolarmente ai suoi impegni nel campionato dilettantistico. Lei è una sportiva da sempre: pallavolista da quando aveva 17 anni, si è fatta strada nei campionati di serie B e A2 con grande professionalità, riscuotendo un ruolo di successo nel suo ambito, ma senza mai essere classificata ufficialmente come professionista.

Lara rimane incinta in quello stesso mese di febbraio 2019 e comunica alla società sportiva per cui lavora la sua impossibilità di portare a termine la stagione. Dal punto di vista contrattuale avviene, per comprovata gravidanza, la cessazione del contratto e Lara si prepara a godere della gravidanza. Ma le cose non vanno esattamente così: purtroppo nei due mesi successivi, Lara perde il bambino che porta in grembo, ed è costretta ad elaborarne con immenso dolore il lutto.

Lara Lugli: nessuno stipendio, anzi citazione per danni

In questo quadro Lara richiede alla società sportiva il pagamento dello stipendio di febbraio 2019, di circa mille euro, che corrisponde all’ultima data in cui lei è entrata in campo ed ha fatto vincere la sua squadra, impegnandosi alla grande.

A distanza di due anni, nel 2021, dopo le innumerevoli insistente per quel compenso che, agli occhi di tutti, pare dovuto, la società risponde con una citazione per danni: Lara ha mancato, a detta loro, di esprimere l’intenzione di avere figli durante la firma del contratto, di conseguenza il fatto di essere rimasta incinta così all’improvviso, ha causato un danno alla società e alla squadra intera, che ha concluso il campionato in modo disastroso.

La replica della società

Secondo le parole di Franco Rossato, presidente del Volley Pordenone, ad Open.Online: “Molti mesi dopo abbiamo ricevuto la comunicazione del suo legale per presunte spettanze. Solo quando ci è arrivata l’ingiunzione di pagamento ci siamo opposti e abbiamo attivato le clausole del contratto. Citare le parole del freddo atto serve a farci sembrare dei mostri, quando invece ci siamo solo difesi di fronte alla richiesta di un rimborso non dovuto. Fosse stato per noi, non avremmo mai chiesto nulla».

Figli come danni

Ad oggi, con appena passata la festa delle donne, vedere i figli o le gravidanze come dei danni, significa che la situazione lavorativa della donna nella società di si dice moderna, non è per nulla cambiata. Adesso Lara Lugli dovrà controbattere alle accuse e aprire un capitolo doloroso come quello della perdita di suo figlio, solo perché la sua società sportiva lo ha definito come un danno per il campionato.