La musica di Mozart ha effetti benefici sui neonati prematuri: ecco spiegato perché

La musica classica e in particolare quella del compositore Wolfgang Amadeus Mozart procura effetti benefici alla salute dei neonati prematuri: a distanza di alcuni anni dalla pubblicazione di un rivoluzionario studio israeliano, oggi dei test clinici confermano la bontà di quelle intuizioni.

La musica di Mozart fa bene ai neonati prematuri

Spesso per calmare il proprio bebè le mamme ricorrono a una delle soluzioni più semplici ovvero cantare una ninna nanna o fargli ascoltare della musica che sia in grado di rilassarlo: ebbene pare che questo sia vero soprattutto nel caso della musica classica e in particolare quella scritta da Wolfgang Amadeus Mozart, il compositore austriaco annoverato tra i più grandi geni di tutti i tempi. Infatti di recente sono stati valutati a distanza di un decennio i risultati di uno studio condotto dalla Scuola di Medicina dell’Università di Tel Aviv (Israele): stando a quella ricerca pare che i capolavori del musicista di Salisburgo siano in grado di procurare benessere psicofisico ai neonati prematuri e di migliorarne la salute sul lungo periodo.

Ecco come la musica “nutre” la mente

Lo studio israeliano del 2009 infatti si era focalizzato unicamente su bimbi nati prematuramente e nel corso dei loro primi mesi di vita: ascoltando proprio Mozart, e non di altri compositori, i neonati tendevano ad aumentare di peso ma mostravano anche di essere più rilassati nell’incubatrice per via di un benefico effetto sulla loro corteccia cerebrale; secondo i ricercatori l’effetto della musica classica del compositore austriaco induceva un sorprendente rallentamento del loro metabolismo in modo da ridurre al minimo il dispendio di energie. Insomma Mozart sarebbe l’unico in grado di “nutrire” la mente e favorire un più rapido sviluppo dei neonati prematuri ma non solo: riscontri positivi si sono avuti anche nei bimbi di tre anni d’età e nelle successive tappe di crescita. Inoltre quello che in seguito degli studiosi statunitensi hanno ribattezzato “The Mozart Effect” garantirebbe a quei neonati anche maggiori possibilità di sopravvivere.