Il video virale del neonato “gettato” in piscina scatena il dibattito

Il video di una lezione di nuoto per i più piccoli ha scatenato polemica sui social. Si tratta di una lezione di certo poco ortodossa, ma praticata e condivisa ormai da molti. Tecniche di insegnamento al nuoto per i piccolissimi molto praticate, anche se non vengono apprezzate e condivise da tutti.

Una lezione di nuoto per neonati diventa un video virale

Stati Uniti. Un’istruttrice di nuoto getta un bambino molto piccolo in piscina. Insegnamenti poco ortodossi, ma alla luce dei fatti ciò che mostra questo video virale non è altro che una lezione di nuoto per bambini piccolissimi.

Oliver infatti, questo è il nome del bimbo ha soli 8 mesi e viene gettato in acqua non da sua mamma, ma dalla sua istruttrice specializzata, naturalmente sotto gli occhi attenti di sua madre e di altri istruttori.

Il video è stato condiviso dalla mamma su TikTok ed è divenuto nel giro di breve tempo virale attirando molta attenzione e moltissime critiche.

@mom.of.2.boyss

Since tiktok wanted to remove this for violating guidelines. 😒 please do your research before reporting or removing

♬ original sound – mom.of.2.boyss

Neonato gettato in piscina per imparare a nuotare. Tecniche alternative o gesti sconsiderati?

Infant survival class: questo è il nome in inglese del metodo scelto dall’istruttore per insegnare al piccolo Oliver a destreggiarsi in acqua. Si tratta di una tecnica mirata ad insegnare ai piccoli a voltarsi cadendo in acqua, finalizzata proprio a scongiurare i rischi di annegamento che, negli Stati Uniti, è la principale causa di morte per i bambini sotto l’anno di età. Ciò che non convince molti però è il metodo di insegnamento stesso.

É realmente sicuro? Può procurare dei traumi? Ciò che è certo che molti pediatri lo consigliano, mentre altri lo ritengono poco indicato. Ciò che fa riflettere però è anche il fenomeno sociale scatenato, dove commenti e insulti hanno lasciato poco spazio all’educazione: addirittura la giovane mamma è stata minacciata di morte.

Di certo sarebbe diverso se la stessa madre, in una piscina di un’abitazione privata, avesse compiuto quello che poteva realmente essere preso come un gesto sconsiderato. Qui si tratta di professionisti e di strutture adibite ad un fine specifico e quindi la domanda diventa un’altra. Minacce ed insulti non sono troppo per una lezione alternativa di nuoto?

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *