Genitori e DAD, una famiglia su 3 non è stata in grado di affrontarla: lo studio

Da uno studio condotto dal Centro di Ricerca su Media e Comunicazione dell’Università la Cattolica di Milano, in collaborazione con UNICEF, sono emerse una serie di problematiche inerenti alla DAD, che hanno evidenziato le difficoltà per molti ragazzi a seguire le lezioni da casa.

Genitori e DAD: cosa non ha funzionato

Il sondaggio fatto a partire da giugno 2020 su un campione di 1028 famiglie sparse in tutta Italia si è posto l’obiettivo di valutare l’efficienza della DAD e delle difficoltà riscontrate da ragazzi e genitori.
Quasi un terzo dei genitori ha risposto di non aver avuto abbastanza tempo da dedicare ai figli durante la DAD, cosa che ha influito negativamente soprattutto verso l’attività scolastica dei più piccoli, che per l’età non erano in grado di utilizzare la soli i dispositivi.

Altra causa che ha contribuito a valutare negativamente la DAD è stata l’assenza di connessione ad internet o di connessione non adeguata
da parte di numerose famiglie, in particolare di quelle meno abbienti. A questo si è aggiunto l’assenza di dispositivi idonei a supportare video-chiamate o altre piattaforme digitali sulle quali si svolgevano le lezioni.
Il 6% dei ragazzi ha altre sì dichiarato che nonostante avessero accesso ad internet, la connessione non permetteva di seguire le lezioni.

DAD: la maggioranza autonomia nell’uso della tecnologia

Oltre agli aspetti negativi visti fino ad ora, circa il 70% dei genitori ha riconosciuto che grazie alla DAD i figli hanno elaborato delle competenze specifiche nell’uso della tecnologia, mettendoli in grado di di seguire da soli le lezioni e svolgere le attività assegnate dagli insegnanti.

Ciò non toglie che la DAD ha aumentato notevolmente le ore che i ragazzi erano costretti a passare davanti ad uno schermo, in media tra le 4 – 5 ore. Se a queste si aggiungono le circa 2-3 ore passate sui dispositivi per attività extra scolastiche, sembra davvero un tempo esagerato. per questo motivo, l’82% dei genitori chiedono alle scuole un incremento delle attività educative in grado di far interagire i ragazzi tra di loro e nuove linee guida per la didattica a distanza a fronte del benessere psicofisico dei ragazzi.