Molte mamme esperiscono il problema del rifiuto totale o parziale del cibo o, almeno, di certi alimenti. Basti pensare che, secondo quanto emerso da una ricerca sulla nutrizione dei minori, 3 bambini su 10 sono selettivi, ovvero si rifiutano di mangiare nuovi cibi (in particolare frutta e verdura) aderendo a una alimentazione assai poco varia. È stato rilevato inoltre che il 50% dei bambini viene sottoposto a visita pediatrica proprio a causa dell’inappetenza.
Ecco di seguito le 7 strategie da adottare se tuo figlio non vuole mangiare.
Consigli quando tuo figlio non vuole mangiare
1 – Non forzare i bambini a mangiare un certo alimento
Costringere i bambini a mangiare a tutti i costi può provocare l’effetto contrario: oltre al rifiuto netto da parte del bambino, si rischia di consolidarne l’inappetenza. Va detto, del resto, che anche il tentativo di farli mangiare grazie a delle distrazioni non è corretto: il pasto, infatti, deve essere un momento consapevole.
2 – Variate il menù del bambino
È importante variare il menù del bambino, in quanto in questo modo gli si offrirà una dieta completa di tutti i nutrienti di cui necessita. Per quanto possibile, pertanto, è opportuno proporre pietanze creative e ricche di ingredienti.
3 – Non usate il cibo come ricompensa
Il cibo non deve essere utilizzato come premio per aver eseguito bene un certo compito o per ricompensare un certo comportamento. Questa tecnica, infatti, rischia di far entrare i bambini nel circolo vizioso dell’emotional eating, ovvero un comportamento alimentare per cui il cibo viene inteso non come fonte di nutrizione ma come compensazione emotiva.
4 – Non arrendersi al primo no
Anche se il bambino ha rifiutato un determinato alimento non significa che offrendoglielo in altri momenti continuerà a non accettarlo. Basti pensare che i gusti dei bambini piccoli si modificano in maniera assai rapida; gli esperti riferiscono che essi impiegano circa 10 o 14 giorni. Per avere più possibilità di introdurre l’alimento desiderato nella dieta del proprio figlio, è consigliabile cucinarlo come ingrediente di una nuova proposta culinaria. Secondo i nutrizionisti dell’età evolutiva, infatti, il consumo ripetuto di un certo alimento educa il gusto del bambino verso quell’alimento.
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