Mamma dopo il tumore e la chemio: il lieto fine di Giorgia

Il tumore al seno e la chemioterapia avevano gettato nello sconforto Giorgia e suo marito, Mauro che temevano di non riuscire più ad avere un bambino, anche dopo la guarigione. Poi è arrivata presto la piccola Margherita, una gioia e un segnale di speranza.

Il difficile percorso di Giorgia per la guarigione

La storia di Giorgia inizia nel 2017, quando si accorge di avere un nodulo al seno. Dopo due mesi dalla diagnosi la donna viene operata e all’intervento chirurgico segue una radioterapia per riuscire a distruggere le cellule tumorali. Dopo questa esperienza la donna decide di effettuare un test genetico dove viene riscontrata una mutazione del gene Brca1 che è responsabile di un elevato rischio di sviluppare il tumore al seno per tutta la vita. È a questo punto che Giorgia decide di optare per una mastectomia profilattica bilaterale, una scelta difficile che però si è rivelata essere la più saggia. A Cagliari, però, la città dove la coppia vive, è stata data solo un’opzione, ricostruire il seno con le protesi. Una soluzione che non convinceva Giorgia.

L’intervento del Policlinico di Cagliari

Il professor Andrea Figus esperto in chirurgia plastica e microchirurgia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari offre a Giorgia la possibilità di fare un autotrapianto. L’operazione si esegue attraverso una ricostruzione dei tessuti lesi o asportati attraverso l’impianto di tessuti dello stesso paziente, senza l’introduzione di alcuna protesi. L’intervento nel caso di Giorgia, è durato otto ore. Il professor Figus ha asportato le ghiandole mammarie e sono state contestualmente prelevati i tessuti dall’interno delle cosce per ricostruire entrambi i seni. Questa procedura viene chiamata Pap flap bilaterale ed è abbastanza diffusa già in molti Paesi. Il risultato è estremamente naturale da un punto di vista estetico ed è molto apprezzato dalle donne che non sono costrette ad subire l’inserimento di un corpo estraneo. Una soluzione quindi, che risolve anche parte dei problemi psicologici legati alle protesi mammarie. Ad ottobre alla giovane coppia è stato prospettata un’altra difficoltà, la mutazione del Brca 1 infatti, può causare anche tumori all’utero. La profilassi prevede in questi casi, l’ovariectomia e quindi una delle conseguenze è quella di rinunciare all’idea di avere un figlio biologico. La piccola Margherita però è arrivata presto dando un’iniezione di fiducia a Giorgia e Mauro e anche a tutti noi.

Il papà ha raccontato ad un giornale locale: “Si prospettava l’eventualità dell’ovariectomia. Purtroppo la mutazione espone a una probabilità maggiore di un’insorgenza di tumori a carico dell’ovaio. Avevamo una finestra di tempo molto ristretta e fortunatamente lei è arrivata, non si è fatta attendere”.

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