Fecondazione assistita: detraibilità delle spese

Sono state definitivamente ammesse tra le spese deducibili nella dichiarazione dei redditi le spese mediche sostenute per la procreazione medicale assistita, effettuata sia in Italia sia all’estero.

A renderlo noto è l’Agenzia delle Entrate attraverso un comunicato ufficiale, nel quale viene specificato che si potrà usufruire di una detraibilità pari al 19% oltre la soglia minima di 129,11 euro. I costi per la PMA (procreazione medicalmente assistita), per la crioconservazione degli embrioni e degli ovociti rientrano così, definitivamente, nelle spese sanitarie sostenute dall’individuo e che possono essere inserite nel 730 o nell’Unico ai fini della detrazione fiscale.

Documenti da presentare per ottenere la detrazione

In conformità con quanto richiesto dal Ministero della Salute e dall’Agenzia delle Entrate, per ottenere la deducibilità delle spese mediche per la procreazione medicale assistita (sia nella modalità Fivet che Icsi) è obbligatorio farsi rilasciare e inserire in allegato alla dichiarazione una serie di documenti.

Fatture, ricevute di pagamento per prestazioni sanitarie ottenute e, nel caso la PMA sia stata effettuata all’estero, anche la relativa documentazione (sia in lingua originale sia tradotta in italiano) rilasciata dal Centro di procreazione medicalmente assistita autorizzata dall’Autorità competente del paese estero. Quest’ultimo è un documento obbligatorio da presentare, pena l’esclusione dall’ottenimento della detrazione.

A proposito della crioconservazione di ovociti e embrioni

Allo stesso modo delle spese mediche per la procreazione medicale assistita, vengono trattate le spese per la crioconservazione degli ovociti e degli embrioni, anche se queste vengono effettuate al di fuori di un percorso di PMA. Secondo il Ministero della Salute italiano, infatti, la conservazione degli ovociti avrebbe non solo finalità di cura e prevenzione per la tutela della salute della donna, ma sarebbe una pratica fondamentale per consentire di preservare la fertilità maschile e femminile. Anche per queste spese mediche spetta dunque una detrazione dall’IRPEF, purché vengano effettuate presso strutture sanitarie accreditate sia in Italia sia all’estero.