Autismo: cosa accade dopo i 18 anni? Cosa prevede la legge 104?

La diagnosi di autismo per i propri figli è una sfida molto impegnativa per tutti i genitori che si trovano ad affrontare questo problema.

Per sostenere e supportare i padri e le madri in questo difficile percorso ci sono specialisti, libri, guide, gruppi di aiuto.

Tuttavia, una volta che il bambino è cresciuto ed ha raggiunto la maggiore età, molti si chiedono cosa succede, specie a livello legislativo. Cerchiamo quindi di fare chiarezza.

Cosa accade dopo il raggiungimento dei 18 anni ai ragazzi autistici

Il compimento dei 18 anni, per i ragazzi autistici e le loro famiglie, è un momento fondamentale.

Se fino ai 18 anni le ASL forniscono sostegno con progetti educativi e riabilitativi al fine di dare autonomia e supporto ai ragazzi e le loro famiglie, dopo i 18 anni viene meno questo diritto.

Tutto questo accade perché la legge italiana non riconosce, legalmente, l’adulto autistico.

L’autismo, secondo le vecchie linee guida su cui si basano ancora adesso le normative italiane, esiste soltanto in qualità di disturbo dell’età evolutiva, e dunque, con la maggiore età, gli specialisti sono costretti a cambiare diagnosi.

Il riconoscimento come disturbo nell’età adulta porterebbe ad identificare e fornire per la patologia una continuità di sostegni appositi, ma in assenza di una voce adeguata, la diagnosi viene spesso mutata in schizofrenia.

Cosa prevede la legge 104 quando un ragazzo autistico diventa maggiorenne

La legge 104 tutela le persone con disabilità.

Chiunque abbia una menomazione fisica, psichica, che comporta gravi problemi di apprendimento ed integrazione, ha diritto ad avvalersi dei benefici di tale normativa.

La cosa importante da sapere è che, pur non esistendo una diagnosi di autismo per l’età adulta, quando sussistono tali condizioni, l’autistico maggiorenne ha diritto alle tutele della legge 104.
In particolare:

  • Non bisogna presentare una nuova domanda di handicap.
  • Non è necessario fare una nuova visita. Se al minore era collegata un’indennità di accompagnamento, basta presentare all’INPS il modello AP70 per la pensione di invalidità.
  • La legge 104 prevede un sostegno a vita. Ciò che potrà succedere è di incappare in un controllo di routine, effettuato soltanto per individuare i falsi invalidi.

Si ha quindi la certezza del sussidio, nonostante il mancato riconoscimento ufficiale della malattia durante l’età adulta.

La storia di Tommy ed Insettopia

Tommy, il figlio del giornalista Gianluca Nicoletti, ormai 24 enne, non è più considerato autistico dall’età di 18 anni, esattamente come tutti gli altri.

Si tratta però di una storia felice, in cui il padre ha saputo ritagliare per il figlio una zona di comfort in cui ha potuto esprimersi in piena libertà.

Insettopia è una onlus che si basa sul concetto espresso dal cartone animato preferito di Tommy, Z la formica, in cui una piccola formica ricerca affannosamente una terra promessa, che si rivela poi essere un piccolo angolo di prato a Central Park.

La onlus Insettopia nasce con l’intento di fornire ai ragazzi autistici ormai maggiorenni, uno spazio ordinato e gestito da personale qualificato, in modo che venga loro garantito il sostegno necessario anche durante l’età adulta.

Tommy adesso è un artista, ha trovato il suo angolo, un “piccolo prato” in cui poter manifestare la sua creatività attraverso il disegno.

La sua prima mostra è stata inaugurata recentemente, a Roma, riscuotendo un discreto successo.
Di Tommy e la sua storia parla anche un film, ideato dal padre Nicoletti e diretto da Massimiliano Sbrolla: “Tommy e gli altri”; un film sulle storie di ragazzi autistici e le loro famiglie, troppo spesso abbandonate e isolate da un sistema che, ad un certo punto, non si prende più cura di loro in maniera adeguata, e che racconta le difficoltà affrontate in maniera realistica, senza dipingere le famiglie in modo eroico, ma mettendone invece in luce tutta l’umanità.