Case maternità: cosa sono e quali regole devono rispettare

8 ottobre 2025 –

Nelle ultime settimane si è tornato a parlare delle case maternità, dopo la tragica notizia della morte di una neonata a Roma, avvenuta il 12 settembre. L’episodio ha reso note ai più queste strutture, sempre più diffuse in Italia come alternativa al parto ospedaliero. Ma che cosa sono esattamente le case maternità? Come funzionano e quali regole devono rispettare?

Che cosa sono le case maternità

Le case maternità sono luoghi dedicati al parto fisiologico, pensati per accogliere le donne che desiderano vivere la nascita in un ambiente familiare, intimo e non medicalizzato. A gestirle sono in genere ostetriche professioniste, che accompagnano la futura mamma in tutte le fasi: dalla gravidanza al travaglio, fino ai primi momenti dopo il parto.

Queste strutture sono rivolte esclusivamente a donne con gravidanza a basso rischio e si basano su un modello di assistenza ostetrica autonoma, che mette al centro la fisiologia del parto e il rispetto dei tempi naturali della nascita.

Le regole e i controlli regionali

Le case maternità operano secondo norme specifiche stabilite dalle singole Regioni, che ne regolano l’attività sotto il profilo igienico-sanitario e organizzativo.
Nel Lazio, ad esempio, è previsto che la struttura – pubblica o privata – si trovi entro 30 minuti di distanza da un presidio ospedaliero, per garantire un eventuale trasferimento tempestivo in caso di emergenza.

Ogni casa maternità deve inoltre essere dotata di attrezzature, materiali e farmaci necessari per affrontare il travaglio e le prime cure del neonato. Il parto deve sempre avvenire in presenza di almeno due ostetriche qualificate.

Le Regioni definiscono anche le procedure di trasferimento in caso di complicazioni.
Prima di ogni parto, la casa maternità è tenuta a individuare il centro ospedaliero di riferimento e a stabilire un contatto diretto, così da poter attivare in modo rapido l’intervento del 118 e il trasferimento della madre o del neonato, se necessario.

La posizione dell’OMS e del Comitato Nascita

L’idea di avvicinare il parto all’ambiente domestico non è nuova. Già nel 1996 l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandava alle donne di scegliere il luogo del parto in base alle proprie esigenze e al livello di rischio, ponendo al centro della questione contesti più “umani” come le case maternità, i centri nascita, o il parto a casa, purché sicuri.

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Anche un documento del Comitato Percorso Nascita Nazionale del 2017 ribadisce che le donne sane e con gravidanza fisiologica possono essere seguite dall’ostetrica sul territorio, integrando la sua attività con quella del ginecologo. In questi casi, l’assistenza può avvenire sia in ospedale sia in aree a basso rischio ostetrico (Bro).

Il caso di Roma e le indagini in corso

Una recente tragedia di Roma ha riacceso il dibattito sulla sicurezza di queste strutture.
Una neonata è morta poco dopo il parto in una casa maternità del quartiere Testaccio. Le due ostetriche presenti – una delle quali titolare della struttura – risultano indagate, e la casa maternità è stata posta sotto sequestro.
Secondo le prime ricostruzioni, la piccola sarebbe andata in arresto cardiocircolatorio pochi minuti dopo la nascita. I tentativi di rianimazione si sono rivelati inutili.
La madre, alla sua prima gravidanza, è stata portata in ospedale in stato di shock. Le indagini puntano a chiarire se la struttura abbia rispettato le linee guida regionali e di sicurezza previste per i parti extraospedalieri.

Gli esperti: “Nella nascita non esiste rischio zero”

Sulla vicenda è intervenuto anche Massimo Agosti, presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), che invita a non sottovalutare i rischi.

Un parto, anche regolare, non è mai a rischio zero”, spiega Agosti. “Le case del parto dovrebbero trovarsi all’interno degli ospedali, a pochi metri dalle sale dove si gestiscono le emergenze neonatali. Il neonato deve essere accolto subito da un pediatra o neonatologo”.

Agosti ricorda inoltre che oggi gli ospedali sono più accoglienti e familiari rispetto al passato, con ambienti pensati per favorire il contatto madre-bambino e il benessere della donna.

“Le complicazioni possono insorgere in pochi minuti – i cosiddetti golden minutes – e ogni istante può fare la differenza tra la vita e la morte, o incidere sulla qualità della vita futura”, conclude.

Un equilibrio delicato tra naturalezza e sicurezza

Il dibattito sulle case maternità resta aperto: molte donne vedono in queste strutture un’alternativa dolce e rispettosa della fisiologia del parto, ma gli esperti ricordano che la sicurezza deve rimanere la priorità assoluta.
L’obiettivo, come sottolineano anche le linee guida internazionali, è trovare un equilibrio tra il desiderio di un parto naturale e la garanzia di assistenza immediata, in caso di imprevisti.

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