Sentimenti materni: cosa offrirai a tuo figlio?

 Già prima di diventare madre, c’era un interrogativo che mi ponevo. Un quesito che, ora, con le prime vere interazioni di mia figlia con altri bimbi, mi pulsa ancor più frequentemente. Sarò in grado di crescere mia figlia alla socievolezza, alla sensibilità, al garbo, alla tenerezza, senza renderla eccessivamente vulnerabile?

Sensibilità verso gli altri e Vulnerabilità, sembrano due lati di una stessa medaglia. Due sostantivi inseparabili. Due sinonimi.

La vita, alle volte, mi pare che ci imponga una scelta: Se vuoi essere Sensibile,  allora beccati la sua più immediata ed impietosa conseguenza: la vulnerabilità. Se scegli di essere aperto e disponibile con il tuo prossimo, beccati il suo pacchetto completo, fatto di delusioni e amarezze. Sarai facile  bersaglio della vita che, di per sé, colpisce chi è sensibile.

Ancor di più, rispetto a quando io ero bambina e ragazza, mi sembra che la scelta sia netta, non permetta eccezioni, deroghe, salvataggi in extremis. Oggi, ma forse lo dicevano anche i miei nonni, il mondo mi pare appartenga a chi vede nella sopraffazione, o nel mero successo ad ogni costo, il proprio modus operandi ed il proprio obiettivo.

I nostri bimbi sono spugne pronte ad apprendere ciò che noi vogliamo (e possiamo) loro offrire. Sotto forma di esempi e parole. E’ in questo momento che noi li indirizziamo verso la sensibilità o verso la chiusura. Verso l’altruismo o verso l’indifferenza. Verso l’amore incondizionato, o verso l’amore di convenienza.

Cosa è giusto offrire loro? Un’armatura solida, indistruttibile, una corazza inespugnabile, che non permetta al mondo di comunicare al cuore, che lo isoli dalle delusioni, ma ovviamente anche dalla bellezza? Oppure un abbraccio sempre pronto, un sorriso accogliente, una mano perennemente tesa, ma un’indifesa resa alle cose brutte della vita?

Ci sono persone che ho sempre invidiato per la propria corazza. Persone pronte a tutto per raggiungere i propri obiettivi. Persone spesso felici. E, al contrario, quanti scrupoli ti sei fatta tu? Quanto ti sei fermata, o addirittura bloccata, per evitare di ferire, di creare difficoltà? Puoi dire di essere stata altrettanto felice? Ok, questa è la tua vita. Questo hai scelto per te. Ora, però, c’è qualcun altro. Ti devi porre un quesito.

Cosa vuoi offrire a tuo figlio? Come vorresti vederlo crescere e diventare? Come te lo immagini più felice?  Lo vorresti come te, o come altri?

Lo vorresti in grado di difendere se stesso o chi ha più bisogno di essere difeso? Lo vorresti emancipato da ogni tipo di scrupolo, o vittima degli stessi? Perché questa è una di quelle cose in cui è quasi impossibile essere nel mezzo, raggiungere l’equilibrio. E’ difficilissimo riuscire ad offrirgli gli strumenti per essere pronto a Dare, ma anche a Pretendere. A fargli capire che lui viene prima degli altri, ma, in alcune circostanze, che i suoi interessi debbano essere posti dietro a quelli di alcuni. In medio stat virtus. Ma, se siamo onesti, diciamolo:  In medio non ci sta quasi nessuno.

 

9 commenti

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  1. Io non mi sono mai posta il problema, sinceramente. Mi e’ venuto naturale instaurare con i miei bambini un rapporto basato sulla condivisione e l’apertura ai sentimenti. Credo che valorizzare questo lato renda in realtà più forti e stabili anche nel confronto col mondo. Sapere di essere “accolti” e capaci di accogliere gli altri penso sia un buon antidoto alla durezza cui spesso ci si confronta. Spero poi di non sbagliarmi..

  2. I ragionamenti sono belli ma noi possiamo trasmettere solo quello che abbiamo. Se siamo già corazzati impareranno anche quello e se siamo sensibili sarà quello il.messaggio. Anche se volessimo far prevalere la logica, comunque la nostra vita sarà un esempio

  3. Capisco tutto quello che dici, ma forse sono più egoista di te: non sono ancora in grado di pensare ai miei figli in prospettiva, o non così tanto. Credo che già nel presente, ogni giorno, imparino da noi, e, vista la madre ipersensibile e schiappa che hanno, difficilmente potranno da me imparare un’armatura. Di natura loro sono già sensibili e vulnerabili, e quante cose belle sanno darci? Voto per la sensibilità, mille volte, e spero che la mantengano, e a volte sono io che imparo da loro, più di quanto loro stessi potranno imparare da me…