Uno studio condotto dai ricercatori della Western University di London in Ontario ha dimostrato che il parto in acqua, soprattutto se quest’ultima è riscaldata, può comportare dei rischi, anche gravi, per il nascituro.
Partorire in acqua: neonata in terapia intensiva
In particolare è stato preso in esame il caso di una bimba partorita in acqua: la piccola è nata sana e in salute, ma dopo 8 giorni era letargica, inappetente e aveva febbre alta. Le sue condizioni sono peggiorate a tal punto da richiedere il ricovero nella terapia intensiva neonatale. La piccola, che grazie a una terapia antibiotica è gradualmente migliorata, è risultata affetta da legionellosi, una infezione causata da un batterio che prolifera in ambienti caldo-umidi.
Partorire in acqua: i fattori di rischio
Lo studio riferisce inoltre che ulteriori fattori di rischio del parto in acqua sono i seguenti:
- riempimento della vasca diversi giorni prima del parto
- disinfezione insufficiente
- utilizzo di acqua contaminata
- utilizzo dell’idromassaggio
- riscaldamento dell’acqua
E’normale che si possono contrarre infezioni nn ci vuole molto a capirlo