Quando il parto diventa un abuso: storie di violenza ostetrica

Ho provato sconforto e indignazione quando ho letto della lettera di denuncia di una donna che all’ospedale Cardarelli di Napoli ha ricevuto un trattamento a dir poco vergognoso durante il parto.

Vessata in uno dei momenti più delicati della sua vita ha deciso di non restare in silenzio e ha messo nero su bianco quanto accadutole.

La vicenda della neomamma

Ripercorriamo insieme, velocemente, il calvario della donna descritto nella lettera.

La donna arriva in ospedale con le contrazioni. Dopo essere stata accolta da una dottoressa gentile e professionale, al cambio turno la sgradevole sorpresa di quella che dovrebbe essere un’ostetrica, che la tratta quasi fosse carne da macello. Forzata a camminare dopo che le si sono rotte le acque, insultata durante il travaglio con frasi volgari e denigrata anche in seguito a una emorragia. Come se non bastasse, ignorata per tutta la notte.

La donna però, una biologa che ha partorito la sua seconda bambina, non ci è stata. È per questo che ha deciso di scrivere questa lettera di denuncia, per semplificare anche il percorso di chi verrà dopo di lei. 

L’ospedale ha aperto un’indagine interna

La risposta del direttore è stata repentina e molto ferma: ha subito disposto un’indagine interna per accertare le responsabilità mentre il primario afferma:

Non ci possono essere giustificazioni. Sui pazienti non possono pesare le condizioni di lavoro. Non lo accetto. Non è sufficiente una prestazione sanitaria tecnicamente corretta, ma è necessario costruire un rapporto diretto col degente che è prima di tutto una persona.

Una proposta di legge contro la violenza ostetrica

Non a caso il deputato Zaccagnini, qualche tempo fa, ha presentato una proposta di legge contro la violenza ostetrica, perché sono ancora troppe le donne che la subiscono credendo, peraltro, che il trattamento loro riservato sia normale.

Dispiace inoltre pensare che, come sempre accade, a causa di pochi che non svolgono bene il proprio mestiere è spesso tutta la categoria a rimetterci.

Allora rilanciamo l’hashtag: #bastatacere.

La denuncia di atti denigratori e umilianti è sempre dovuta per tutelare le mamme che verranno dopo di noi.

13 commenti

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  1. A me hanno fatto l’episiotomia senza dirmi niente e senza anestesia!ho urlato di più per il dolore che mi ha provocato l’ostetrica tagliandomi a carne viva che per I dolori del parto!!

    • Inoltre lo sai che senza il tuo consenso non avrebbero potuto farla? In quanto guarisce prima una lacerazione naturale che un taglio provocato da altri fattori

  2. Io ho partorito con anestesista che mi diceva che ero grossa e che non dovevo più mangiare ne pasta ne pane che i bimbi vogliono le mamme magre! Ha continuato per tutto il cesareo e mentre mi portavano in camera! Meno male che almeno c’erano gli infermieri simpatici! A parte lui ho avuto un bel parto per fortuna

  3. A me mi hanno fatto mangiare prima di salire in sala parto mi si erano rotte le acque alle tre di notte…..vado in ospedale facevo fatica a camminare per le contrazioni e per la pubalgia…….una infermeria mi fa:”su si sbrighi dobbiamo salire in sala parto”e io nn riuscivo a camminare r dovevo vomitare perché avevo mangiato e mi fa “nn mi dica che devo prendergli la sedia?” PER FORTUNA l ostetrica è stata bravissimaaaa nn la dimenticherò maiik DEBORAH cn H mi disse mi chiamo……:-)

  4. Ho partorito anche io in quell’ospedale e non mi meraviglia affatto ciò che ha denunciato questa donna. In più hanno regole assurde al nido tuo figlio è sotto sequestro in pratica!!