Se una mamma dice al figlio: “Sei una seccatura”

Può succede che, in preda al nervosismo, un genitore dica al proprio figlio "sei una seccatura". Mio suocero, dopo una battuta scherzosa, ha replicato: “Eleonora, i figli non seccano mai.” Ci ho riflettuto, e senza sentirmi in colpa penso che non sia vero.

L’altro giorno mio suocero dopo una mia battuta scherzosa ha replicato con “Eleonora, i figli non seccano mai!

Io non ho voluto rispondere ma sono giorni che penso a questa sua frase e senza sentirmi in colpa penso che non sia vero.

Attenzione, io amo mio figlio alla follia e per lui darei la vita. Però se devo dirla tutta ogni tanto è una vera seccatura. E non nel senso che diventa un peso per me, perché la mia vita da quando è nato è completa solo con lui, e se non è a casa per due ore mentre è alla ludoteca mi manca da morire. Io sono una di quelle mamme che se lo porta ovunque, che non è mai andata in pizzeria senza di lui, che non l’ha mai lasciato ai nonni. Che non ha sentito il peso di 12 mesi di nottate.

Però ammetto che ogni tanto è una seccatura e quando sarà più grande glielo dirò guardandolo negli occhi e gli insegnerò che questa mia affermazione non sminuisce il mio amore per lui. Perché un genitore, per essere tale, non deve annullarsi per il figlio, non deve soccombere a ogni suo capriccio, desiderio o pretesa. E senza giudicare il comportamento di nessuno io so che non lo farò.

Non gli comprerò tutto quello che vede, non accetterò ogni sua ripicca, non ascolterò ogni sua lamentela facendomi impietosire dalla sua furbizia di bambino. E allora gli farò capire che è una seccatura.
Quando chiede senza dare.
Quando pretende senza rispettare.
Quando sbaglia, come sbagliano tutti noi esseri umani.

Gli spiegherò che non è sempre il migliore o il più bravo, e che tanto meno lo sono io. Che non sono una mamma perfetta.

Gli dirò che è una seccatura e quando avrà capito la lezione che volevo dargli lo riempirò di baci. Il mio bene per lui non sarà mai proporzionale a quanto io sono disposta a cedere, a piegare il mio essere mamma e donna.

Che poi già da ora non mi vergogno di dire che dopo che lo tengo per ore da sola, dopo che lavoro intere domeniche senza interruzioni, dopo che devo pensare alla casa, se lui fa i capricci inizia a seccarmi. Che quando vorrei crollare e piangere per la stanchezza non sono capace di mostrargli il mio miglior sorriso e non ho tanta voglia di giocare. E che l’unico giorno in cui vorrei venti minuti di riposo dopo pranzo, se lui nel letto con me mi stritola e mi dà calci in ogni parte del corpo, mi infastidisce. Perché vorrei chiudere gli occhi ma li devo tenere aperti, perché vorrei cinque minuti di tregua e non posso averli. Perché la mia vita è lui e ho abbandonato ogni egoismo, anche il più piccolo. E se nella maggior parte delle volte questo cambiamento non mi scalfisce, ci sono dei momenti in cui mi dà fastidio. Non mi vergogno di questi pensieri e non penso per questo di essere una cattiva madre.
Glielo spiegherò quando sarà più grande (come ha fatto mia madre con noi quattro fratelli) e ne rideremo insieme, magari prendendoci in giro.

Non ho vissuto la battuta di mio suocero come una critica. L’ho estrapolata perché è una frase che mi ha fatto molto pensare a questa società di oggi così colma di pregiudizi e libertà, così viva di spersonalizzazione e poca dignità.

Io sono una mamma che vive per suo figlio, ma non cancellerò mai l’amore per me stessa e tenterò di educare Francesco al rispetto di questo stile di vita.

Questo è il mio modo di vivere la maternità, una maternità per cui mi sento portata e che arricchisce così tanto la mia persona da non essere capace di descriverla. Ma è anche una maternità in cui una mamma non si annienterà mai per suo figlio, perché questo per me è il segreto dell’equilibrio e del benessere familiare.

12 commenti

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  1. Io credo che in nessun rapporto come in quello tra madre e figlio il confine tra lei e lui sia labile e difficile. La libertà della madre è sacrificata milioni di volte, eppure se per una volta ci mettiamo al primo posto ci sentiamo in debito. Proprio perché i confini non sono così facili. In amore tutto si mescola. E sono proprio d’accordo con te: chiunque ha pensato o gridato “basta! non ne posso più!” … quando quel confine stringeva troppo.

    • Verissimo, le tue parole sono davvero belle. Sentirsi in debito è il nostro punto debole ma conviverci con qualche “basta” aiuta a vivere meglio le situazioni più difficili 🙂

  2. La pazienza a volte scappa, a volte mi viene rabbia xkè nn riesco a fare una doccia che superi i 3 minuti! Ma bisogna avere tanta pazienza con i nostri piccoli! Ci son mamme come me che nn vanno dal parrucchiere, che mettono la tuta e il mollettone x star dietro ai figli! Insomma a volte il compito del genitore nn basta proprio mai! Ma loro sono piccoli e hanno bisogno di noi! X tutto!! E allora anche se è difficile bisogna pensare a quelle mamme che allevano 5/6 figli lavorano e badano alla casa!! Senza aiuto!! Ci vuole tanta ma tanta pazienza! Forza mamme!!! Nn mollate

    • Bisogna trovare l’equilibrio per ogni cosa. Va bene il mollettone e la doccia veloce, va bene il trucco e il parrucco. Secondo me tutto sta a trovare ciò che ti fa vivere la maternità in maniera serena e con il sorriso. Così quando scappa quel “aiuto sono stanca” lo si affronta meglio.

  3. Ovviamente condivido ciò che dici. Essere madri è tanto meraviglioso, ma questo non cancella difficoltà, momenti critici e, addirittura, situazioni di noia. Spero che sempre più madri si aprano in tal senso, perchè non c’è nulla di vergognoso in questo.

    • Si è vero… la mamma che sfoga le sue paure (e perchè no, anche i suoi leggeri malcontenti) riesce a essere più equilibrata e dare equilibrio e benessere a suo figlio. Io cerco di farlo ogni giorno e quando ho voglia di “scattare” non me ne vergogno. So che questo non può essere un male.

  4. Tu confessi una consapevolezza sii sempre onesta con le tue fragilita ‘ esigenze e consapevolezza Non siamo androidi abbiamo dei limiti e non ricoscerli si e’ disonesti