Licenziamento collettivo: anche la donna incinta può perdere il lavoro

Diventano sempre meno le garanzie per la tutela del lavoro per le donne in attesa. Una sentenza della Corte europea fa cadere un’altra asticella relativamente al rapporto tra le donne in maternità e il lavoro. In caso di licenziamento collettivo, infatti l’azienda può decidere anche di licenziare una donna incinta. La cosa importante è che il motivo venga chiarito. Vi è infatti la necessità e l’obbligo per il datore di lavoro di specificare quali sono le ragioni che hanno portato a questo tipo di taglio, ma i limiti però sono sempre meno e quindi, questo significa che le donne in attesa non possono più sentirsi al sicuro in quanto potrebbero andare incontro anche loro ad un licenziamento.

La legge sta diventando sempre meno fonte di garanzia nei confronti delle mamme. Le lavoratrici in dolce attesa, nel caso di licenziamento collettivo potrebbero perdere il loro lavoro come chiunque altro. A chiarire questo passaggio, che non fa certo piacere sentire, è stata la Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Secondo la direttiva europea che ha disciplinato le condizioni del lavoro delle donne incinte cercando di migliorarle, il licenziamento collettivo non può e non deve escludere le donne in attesa.

La normativa sul licenziamento per le donne incinte

La Costituzione Europea ha sottolineato come il datore di lavoro, una volta che ha fornito le spiegazioni, non deve dare altre giustificazioni per il licenziamento. Anche se la dipendente è in dolce attesa. Se ci sono dei criteri oggettivi, possono essere applicati a tutti in egual misura, purché vengano chiariti nella lettera di licenziamento.

L’Unione Europea infatti spiega che le donne incinte possono essere licenziate soltanto in caso di un taglio che riguardano un ampio gruppo. Non può esserci licenziamento fatto in maniera preventiva. La Direttiva dell’Unione Europea cerca di tutelare le future mamme in attesa della perdita dell’impiego ma di certo, non vuole privilegiarle. Questa scelta di dare maggiori tutele, arrivava solo perché il rischio è che le donne in attesa licenziate, saputo di questo feroce stress, potrebbero incappare nel pericolo di perdere il bambino. La figura della mamma perciò deve essere assolutamente tutelata anche per salvaguardare la vita del bambino.

La tutela per le mamme nella Direttiva Europea

Al di là dei casi di licenziamento collettivo, la figura della donna in gravidanza secondo l’Unione Europea deve essere assolutamente tutelata degli Stati membri. Non si tratta di una priorità che deve essere data alla donna né in termini di mantenimento del lavoro, né tanto meno per altri tipi di scatti di carriera. La cosa importante è cercare di salvaguardare la sua salute e quella del bambino, così da riuscire a garantire una tranquillità lavorativa per chi è in gravidanza.

In questo ambito, rientra il discorso relative alle strategie di licenziamento collettivo. Quando il licenziamento collettivo parte, non c’è alcuna tutela da parte dell’Unione Europea che potrà salvare le donne in gravidanza. Questo lo conferma anche la recente sentenza della Corte Europea che ha stabilito quanto di fatto la Direttiva sulle donne incinte il lavoro già spiegava molto chiaramente.

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